Bresciana vuole andare in Siria: bloccata. Il padre ai poliziotti: "Vi ringrazio"

Il suo nome è Sara Pilé e compirà 25 anni il prossimo 23 giugno. Da alcuni anni si è convertita all’Islam seguendo il credo del marito tunisino, Naim Sagrari, sposato cinque anni fa con rito islamico e civilmente lo scorso anno di MILLA PRANDELLI

Sara completamente travisata dal niqab (Facebook)

Sara completamente travisata dal niqab (Facebook)

Monticelli Brusati, 8 giugno 2016 - È di Monticelli Brusati la donna al centro dell’indagine che l’ha portata ad essere indagata per terrorismo internazionale come affiliata Daesh. Il suo nome è Sara Pilé e compirà 25 anni il prossimo 23 giugno. Da alcuni anni si è convertita all’Islam seguendo il credo del marito tunisino, Naim Sagrari, sposato cinque anni fa con rito islamico e civilmente lo scorso anno. Marito che, coinvolto pure lui nell’inchiesta è stato espulso dall’Italia. I due, spiegano gli inquirenti, stavano per partire per la Siria al fine di arruolarsi nell’Isis. Inquietanti i messaggi su Internet della donna che, oltre a ritrarsi con il velo integrale, chiedeva ad Allah il martirio. Una situazione che la famiglia Pilè, una buona famiglia di gente laboriosa, stava vivendo come un incubo. Al punto tale da arrivare a ringraziare la polizia per aver fatto saltare il piano della ragazza: «Grazie, avete salvato mia figlia», ha detto agli investigatori il signor Giuseppe.

«Sara la ricordo benissimo – spiega don Luigi Mensi, parroco di Monticelli Brusati – Era una ragazzina carina e gentile. Ha frequentato l’oratorio fino alla terza media. Veniva in colonia con noi. L’ultima volta che l’ho vista è stato un paio di mesi fa in posta. Era velata col volto scoperto». Nonostante la conversione all’Islam non si è mai “sbattezzata”. E ancora: «Questa giovane è parte di una bravissima famiglia – conclude –. L’unico invito che posso fare ai parrocchiani è di pregare intimamente per lei e i suoi cari e di partecipare alla grande festa per il novello sacerdote don Gianmaria, suo compagno ai tempi dell’oratorio». In pochi in paese ricordano la sposa islamica, che ultimamente indossava il niqab e usciva pochissimo di casa. Anche il sindaco Paolo Musatti ha un vaghissimo ricordo della giovane: «Sì, lo scorso anno ho celebrato un matrimonio in cui la sposa era convertita, ma di più non so». Sara in paese si vedeva da adolescente. «Veniva al bar gelateria Giardino – spiega Daniele, ex barista del locale – aveva 15 o 16 anni ed era sempre coi ragazzi del posto. Poi è sparita. Ricordo che era bellissima, mora e con le treccine». «Anche io non la vedo da molto – spiega una dei titolari del bar Da Ulde – lui veniva qui spesso, invece, a prendere le sigarette». Il marito tunisino non è ricordato per la sua simpatia. «Sempre serio, sguardo arcigno e non dava confidenza – rimarca un altro dei titolari del bar – a me non dava buone sensazioni».

Qualche mese fa il suocero del tunisino, il signor Giuseppe, lo ha allontanato da casa. Da quella casa dove oggi dovrebbe ancora vivere Sara, protetta da due cani di grossa taglia e da un cartello perentorio: “Attenti al cane e al padrone” con l’immagine di una pistola. «In paese - racconta qualcuno a mezza voce - si vociferava di perquisizioni. Forse la famiglia ha voluto proteggere la figlia e sorella».