Terrorismo, bresciana voleva andare in Siria: sorveglianza speciale per tre anni

Secondo la Digos di Brescia che ha condotto le indagini, avrebbe voluto partire con il marito tunisino, espulso dall'Italia su provvedimento del Ministero

Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra la donna bresciana (Ansa)

Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra la donna bresciana (Ansa)

Brescia, 29 luglio 2016 - E' stata disposta dal Tribunale di Brescia la misura della sorveglianza speciale per Sara Pilè, la 25enne bresciana accusata di addestramento con finalità di terrorismo e che, secondo la Digos di Brescia che ha condotto le indagini, avrebbe voluto partire per la Siria con il marito tunisino, espulso dall'Italia su provvedimento del Ministero. Il giudice Anna Di Martino ha accolto la richiesta del pubblico ministro Silvia Bonardi e disposto la sorveglianza speciale per i prossimi tre anni. 

Sara Pilè non potrà espatriare, nemmeno lasciare il suo comune di residenza, frequentare moschee e navigare in rete. In una memoria difensiva aveva rigettato ogni accusa: "Vesto il niqab come una donna musulmana, ma non sono terrorista. È una semplice scelta religiosa". Ad inchiodarla alcuni post su Facebook come: "Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero". "Erano solo preghiere scritte in arabo" aveva spiegato ai giudici la 25enne, figlia di imprenditore e che con il marito tunisino si era prima sposata con rito civile nel Bresciano e poi con quello islamico.