In mille contro la Tav: "Minaccia il Garda e le terre del Lugana"

Desenzano, corteo dalla frazione di San Martino. Marco Bendinelli, portavoce dei comitati No TAV: "Solo a Calcinato 250 famiglie saranno espropriate di una abitazione o di un terreno. Avremo decine di case, cascine e aziende abbattute, decine di agricoltori espropriati del loro terreni e giganteschi cantieri" di Milla Prandelli

La foto d'archivio di protesta contro la Tav

La foto d'archivio di protesta contro la Tav

Desenzano del Garda (Brescia), 6 ottobre 2014 - All'inizio del corteo c’era lo striscione “Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi “ firmato dai Comitati No Tav Brescia-Verona. Subito dietro almeno un migliaio di persone ha sfilato per dire “No al passaggio della Tav Brescia – Verona, che dovrebbe esser lunga una sessantina di chilometri- nell’area compresa tra Calcinato, Desenzano del Garda, il Lugana e alcune aree naturalistiche di pregio del Mantovano: una zona ad alta vocazione agricola e turistica. «Solo a Calcinato 250 famiglie saranno espropriate di una abitazione o di un terreno — spiega Marco Bendinelli, portavoce dei comitati No TAV — In sostanza avremo decine di case , cascine e aziende abbattute, decine di agricoltori espropriati del loro terreni e giganteschi cantieri che apriranno anche in prossimità di siti dal grande valore storico e naturalistico come il sito archeologico del Lavagnone e il Lago del Frassino».

Tra le tante persone presenti, arrivate in piazza a San Martino della Battaglia c’erano anche Giovanni Battista Ruzzenenti il sindaco di Medole in provincia di Mantova, che già in passato si è schierato contro la realizzazione della Tav e una rappresentanza dalla Valsusa. La manifestazione è cominciata alle 15,30 nella piazza della frazione di San Martino della Battaglia. Da lì i partecipanti si sono diretti tra i vigneti della zona, verso l’agriturismo Armea: una delle attività che maggiormente sarà colpita dalla realizzazione della Tav. «A noi dovrebbero espropriare 15mila metri di terreno coltivato a vite — hanno spiegato i proprietari — siamo nella zona del Lugana. Per l’azienda di famiglia sarà una perdita enorme. Attualmente produciamo 8.000 bottiglie e vendiamo 150 quintali di uva. Ma il danno maggiore non verrà da questo: chi vorrà venire in vacanza in un agriturismo dalle cui camere si vedrà la Tav? Ci lavoriamo in due famiglie con tre collaboratori. Non sappiamo proprio come finirà».

I cantieri già finanziati, la cui apertura è prevista per il prossimo febbraio, sono quelli delle gallerie di Lonato: un tunnel di 7 chilometri sotto la cittadina che secondo i comitati “No tav” «creerà grossi scompensi idrici a questo territorio, interrompendo come una diga il flusso della falda acquifera dalle colline a nord del paese verso la pianura posta a sud» e quello della galleria di Peschiera, in zona San Benedetto a ridosso della bellissima area naturalistica del Frassino. «In totale saranno 2 milioni e 245 mila metri quadrati di suolo agricolo consumati — spiega Marco Bendinelli — Tra questi andranno persi per sempre circa 300 ettari ovvero il 20% di vigneti del Lugana. Alla “passeggiata no Tav di oggi, c’era non solo gente del posto ma anche di Trento, Mantova, Verona, Bergamo, Cremona e dalla Valsusa. Non sono mancati anche tanti produttori agricoli, che sono tra coloro che più ci rimetteranno. È un momento importante per questa zona. Ricordiamo che la Brescia Verona costa 2miliardi e 800 milioni di Euro, ovvero 28,5 milioni al chilometro: una cifra spropositata in un momento come questo. Nel basso Garda servirebbero interventi per la depurazione del lago, che anche quest’estate ha avuto problemi non di poco conto. Non serve di certo la Tav».