Fece sfregiare l’ex con l’acido: le tolgono il bimbo dopo tre anni

Affidato a Casa famiglia, madre mai considerata pericolosa di MILLA PRANDELLI

Una donna con il suo bambino

Una donna con il suo bambino

Brescia, 30 novembre 2015 - Il piccolo Daniele (il nome è di fantasia per tutelarne la privacy) non vive più con sua madre Elena Perotti, la donna oggi ventiseienne che nel 2012 ha fatto sfregiare con l’acido il suo ex, partecipando personalmente al raid nonostante fosse incinta: uno dei primi casi di cronaca di questo tipo in Italia. Il Tribunale per i Minorenni di Brescia ha disposto il trasferimento del piccolo in una casa famiglia della Franciacorta, allontanandolo dalla madre, a cui è stata sospesa la responsabilità genitoriale per tutta la durata della pena. Elena Perotti, che attualmente sta scontando otto anni di pena detentiva in una comunità sita in provincia di Bergamo, è assistita dall’avvocato Maria Cristina Tramacere, esperta in diritto della famiglia e in casi che coinvolgono minorenni.

A motivare la decisione del Tribunale per i Minorenni di Brescia è stata la richiesta fatta da parte delle Perotti di trascorrere in casa del neomarito, da cui attende una figlia, il resto della pena detentiva. Se il Tribunale Ordinario Penale non le ha ancora dato una risposta, attesa a giorni, i giudici minorili hanno invece stabilito che il bimbo - ormai di tre anni - dovrà restare in una comunità protetta. E dato che in quella dove ha vissuto fino a venerdì scorso con la sua mamma i minori soli non possono stare, ne è stato disposto il trasferimento in un’altra sede, dove sarà inserito in un contesto famigliare sano e sicuro.

Elena Perotti non è però mai stata considerata una madre pericolosa, come dicono le relazioni presentate dai legali in sede di dibattimento. Quando sono accaduti i fatti, nella notte tra il 19 e il 20 settembre, aspettava il figlio che ha sempre dichiarato essere dell’ex fidanzato William Pezzullo, barista di Azzano Mella oggi ventottenne che non ha mai voluto riconoscere il bimbo. Proprio questa sarebbe, a dire di Elena, la causa scatenante del raid punitivo ideato dalla mamma allora ventitreenne e messo in atto da Dario Bertelli, amico di 44 anni della giovane che insieme a lei ha atteso Pezzullo a Travagliato, l’ha sbattuto a terra e cosparso con l’acido. La giovane ha spiegato ai giudici di aver voluto punire l’ex perché «non voleva suo figlio. Dovevo lasciargli un segno. Lui mi maltrattava, così l’ho sfregiato». A fornire una prova inconfutabile delle colpe della giovane e di Dario Bertelli sono stati anche alcuni sms che i due si sono scambiati il giorno prima dell’aggressione. Bertelli ha dichiarato di avere agito per il bimbo di Elena. Un bimbo, che ora, è lontano dalla sua mamma, che forse non vedrà mai più. «Il fatto occorso è isolato e non ha avuto alcuna ricaduta sul bimbo. Elena è risultata una brava mamma, sempre presente - spiega l’avvocato Tramacere - il bimbo è cresciuto bene, come risulta dalle relazioni dei servizi sociali. Allontanarlo da lei potrebbe fare più male che bene».

di MILLA PRANDELLI