Favorirono presunto ’ndranghetista : prof di latino e amico condannati

Aiuti a Carmelo Gallico: in primo grado 1 anno per lei, 8 mesi per lui

Per Carmelo Gallico 20 anni in primo grado per associazione mafiosa, 12 anni ridotta in Appello

Per Carmelo Gallico 20 anni in primo grado per associazione mafiosa, 12 anni ridotta in Appello

Brescia, 5 marzo 2015 - Lei  è un’insegnate di Latino, ha 82 anni ed è in pensione. Mai avuto problemi con la giustizia. Lui è Carmelo Gallico, 50 anni, calabrese. Un uomo con un curriculum movimentato e una famiglia impegnativa alle spalle, a capo della omonima ‘ndrina di Palmi. E’ già stato condannato a 20 anni in primo grado perché ritenuto un boss della cosca, e a 12 in secondo perché “declassato” a semplice affiliato del clan. Ora è recluso nel carcere di Cuneo in regime di 41 bis, e attende la Cassazione. Che cosa c’entrino due mondi così lontani è un mistero, comprensibile solo alla luce di una passione comune: la letteratura.

Gallico infatti sostiene di non essere un mafioso ma uno scrittore, ama la poesia e scrive libri, per i quali ha peraltro ottenuto dei riconoscimenti. Un interesse sulla scorta del quale tra il presunto ‘ndranghetista e la prof. si è consolidata un’amicizia. Il legame tuttavia è costato all’anziana una condanna per favoreggiamento a un anno di carcere. A processo, davanti alla seconda sezione, è finito anche un amico della donna, a cui sono stati inflitti 8 mesi. Altre tre persone vicine alla signora sono invece state assolte.

L'insegnante e l’amico sono sospettati di avere coperto Gallico mentre si era rifugiato a Barcellona qualche mese prima dell’ultimo arresto a dicembre 2011 in esecuzione di un mandato di cattura. I due gli avrebbero fatto pervenire denaro, vestiti, cibo e generi di prima necessità tramite spedizioni e viaggi, aiutandolo a nascondersi. "Non ha senso, Gallico all’epoca era libero", spiega l’avvocato Sergio Arcai del collegio difensivo. Eppure gli inquirenti hanno scoperto delle telefonate effettuate da cabine e altre manovre poco chiare. L’anziana entra in contatto con il presunto boss molti anni fa, mentre lui è detenuto a Fossombrone e già nutre aspirazioni letterarie. Tra i due, complice la musa del bello scrivere, nasce una corrispondenza, finché Gallico, scontata la pena, nel 2007 si trasferisce a Brescia dalla donna che lo assume come maggiordomo. Lui cerca di lasciarsi alle spalle il cognome ingombrante e si laurea in Giurisprudenza. Ma nel 2010 è di nuovo sotto la lente dell’Antimafia di Reggio Calabria, secondo cui ha un ruolo apicale nella ‘ndrina di famiglia. Scattano ancora le manette. Dopo otto mesi di cella, la Cassazione lo scarcera per assenza di gravi indizi. E’ sotto sorveglianza speciale quando a giugno 2011 il presunto boss – sempre sotto intercettazione - si rifugia in Spagna. Nel frattempo torna un uomo libero, il Riesame annulla la misura nei suoi confronti. Ma per i giudici i suoi amici sono complici.