di Bruna Bianchi

Los Roques, 28 giugno 2013 - Il bimotore cercato per 907 ore ininterrotte era a meno di tre miglia da Cayo Carenero, una baia cristallina all’interno dell’arcipelago di Los Roques. Praticamente una manciata di chilometri di distanza dall’aeroporto di Gran Roque da cui era partito: l’Islander Britten Norman sul quale viaggiavano Vittorio Missoni e altri tre italiani, è stato visto dall’Auv, il robot della nave battente bandiera staunitente Sea Scout, all’alba di ieri. Era a 76 metri di profondità e in pessime condizioni (rotto in più parti), confermando perciò la caduta a picco. L’annuncio è arrivato via Twitter dal portavoce del ministro dell’Interno venezuelano che si trovava sulla nave insieme con l’ammiraglio italiano Giovanni Vitaloni.

Aveva ragione il pescatore che quel 4 gennaio, intorno alle 11 e mezza, vide un aereo precipitare in quell’aerea, e aveva ragione il presidente dell’Inac (l’aviazione del volo venezuelana) che dichiarò, 15 giorni dopo: «Il radar di Maiquetia (Caracas) ha rilevato le ultime coordinate dell’Islander a 5.500 piedi di altezza. La traccia fa dedurre che abbia perso 1.000 piedi di quota in un minuto. La velocità è passata dai 120 nodi ai 20. E a 20 nodi è impossibile sostenersi: si precipita».

La nave di ricerche sottomarine chiamata dagli Usa in accordo tra il governo venezuelano e italiano per risolvere il mistero del Transaven, il bimotore scomparso lo stesso giorno dell’Islander ma cinque anni prima, ha cominciato le ricerche dell’YV2016 martedì mattina. Neppure una settimana prima (mercoledì) aveva ritrovato in soli quattro giorni l’aereo del 2008 sul quale viaggiavano 14 persone tra cui otto italiani. La Sea Scout avrebbe avuto altri 11 giorni di tempo (secondo l’accordo siglato col governo italiano) per spostarsi al nord dell’arcipelago e cercare anche l’Islander precipitato quest’anno. Invece in soli tre giorni la ricerca è andata a buon fine. La famiglia Missoni ringrazia le autorità venezuelane e italiane e ora vuole sapere cos’è successo quella mattina. Stessa domanda alla quale intende rispondere la Procura generale di Caracas.

Il 4 gennaio, il pilota Hernan Marchant (72 anni e 45 di esperienza di volo) e il copilota Juan Carlos Ferrer avevano imbarcato Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni e i due amici, l’imprenditore Guido Foresti e la moglie Elda Scalvenzi, per riportarli a Caracas dopo una settimana di vacanza sull’isola. Pochi minuti dopo il decollo, a circa dieci miglia dalla costa, l’aereo è scomparso dai due radar (Maiquetia e Los Roques). Il trasponder aveva lasciato la prima traccia: una brusca manovra di rientro sull’isola nel silenzio radio più totale.