Brescia, 11  giugno 2013 - Un saluto ai suoi sostenitori, una stretta di mano ai lavoratori della Mac e poi l’omaggio ai caduti della Strage. Questo l’itinerario di Emilio Del Bono alla sua prima uscita da sindaco dal portone della Loggia. Un percorso breve fatto di tappe simboliche, perché il lavoro e la coesione sociale saranno tra le sfide che Del Bono dovrà affrontare.

Da buon bresciano, dopo una serata di festeggiamenti, oggi il nuovo sindaco sarà già al lavoro. Tra i primi impegni, la definizione della nuova squadra di governo. Quattro nomi li ha già fatti, ovvero Laura Castelletti, Marco Fenaroli, Federico Manzoni e Felice Scalvini, ma molti ne mancano ancora, per comporre quella squadra che, promette, sarà un mix di società civile e politica. Nei prossimi giorni, Del Bono cercherà anche di ristabilire un nuovo contatto con Francesco Onofri.

«Voglio i migliori collaboratori. Del resto, la città ci ha dato un segnale forte, ci ha detto di voler cambiare aria. Le aspettative sono alte, spero di poterle soddisfare con un’azione di governo coerente ed efficace». Una vittoria netta, quella uscita dalle urne, con 12mila voti in più rispetto a quelli raccolti dal centrosinistra al primo turno. «Ero fiducioso, ma non pensavo di ottenere questo consenso».

Per i prossimi mesi, Del Bono ha già in mente una road map. «Bisognerà fare il bilancio previsionale, in cui inserire la bonifica della Deledda, perché occorre dare un segnale forte. Le risorse mancano, bisognerà fare delle scelte creative. Poi c’è la revisione del Pgt, e il lavoro. Per la Mac - ha aggiunto - conto di incontrare il sindaco di Torino, per intervenire con autorevolezza». Tra gli impegni, anche un incontro mensile nelle scuole bresciane, perché, come gli aveva consigliato Renzi, «ascoltando i bambini si capiscono tante cose. E sarò trasparente in quello che farò».

Quando parla di Paroli, i toni sono più pacati, ben diversi da quelli usati in campagna elettorale. «È stato sindaco di Brescia per cinque anni, è una risorsa importante». Il rapporto, anche di amicizia, non solo politico, sarà però da ricostruire. Cinque anni fa, Del Bono precedette Paroli in Loggia per congratularsi con lui della vittoria. Ieri, i due non si sono neanche salutati. «Capisco il nervosismo - spiega - io, però, in cinque anni non ho cambiato mai atteggiamento». A chi non l’ha votato, Del Bono promette di essere il sindaco di tutti. «I muri vanno abbattuti, non costruiti».

di Federica Pacella