Martedì 23 Aprile 2024

La sanità bresciana al bivio: piccoli ospedali a rischio taglio

Agli Stati maggiori il punto sulla riforma regionale di Paolo Cittadini

Una corsia di ospedale

Una corsia di ospedale

Brescia, 23 novembre 2014 - Entro la fine dell’anno le consultazioni con chi opera nel settore della sanità dovranno concludersi per lasciare spazio, a partire da gennaio, ai lavori preparatori della nuova legge regionale che detterà le regole per la Sanità. Ieri mattina si sono incontrati gli stati maggiori della Sanità bresciana per discutere della riforma. Nell’auditorium di San Barnaba mancavano gli invitati più attesi: l’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani e il presidente della commissione regionale chiamata a mettere mano al funzionamento della Sanità regionale, Fabio Rizzi.

Tante le sollecitazioni che sono arrivate dal territorio (dai sindacati ai direttori generali dei presidi ospedalieri della provincia) per poter dare un contributo alla realizzazione della nuova legge regionale. Cosa cambierà per il sistema bresciano, quali presidi ospedalieri rischiano di essere cancellati dalla mappa sanitaria e quale il futuro dei lavoratori bresciani che operano nella sanità sono stati i principali argomenti toccati dai partecipanti all’incontro organizzato dal Comune di Brescia.

«La nuova legge regionale sulla Sanità- ha sottolineato Roberto Caronno, medico che ha collaborato con l’assessorato regionale alla Salute per redigere il Libro Bianco – non andrà a cancellare i grandi presidi ospedalieri che hanno fatto la storia della sanità lombarda. Qualcosa però cambierà. Dalla concezione dell’unico ospedale in grado di fornire le prestazioni si passerà ad una realtà dove ad essere protagonisti saranno piccoli presidi ospedalieri in grado di rispondere alle esigenze delle cosiddette malattie croniche che negli ultimi anni hanno visto i pazienti crescere ad un ritmo di quasi il 2% annuo».

Cosa cambierà per il sistema sanitario bresciano che solo nel capoluogo vede la presenza di tre grandi aziende (il Civile, la Poliambulanza e il gruppo San Donato)? Nulla, almeno per ora.

«La riforma non andrà a toccare le eccellenze – ribadisce Caronno – vuole soltanto riequilibrare l’offerta sociosanitaria evitando gli sprechi e la dispersione delle specializzazioni. La discussione è iniziata e ovviamente, quando toccherà nodi politici, come quelli relativi ai presidi da eliminare, accenderà la miccia del campanilismo».