Ancora troppi orchi in famiglia: «Seguiamo bebè e anziani violati»

Il mostro abita anche nelle case dei bresciani. E troppo spesso non viene riconosciuto. Fuori è amorevole e sorride. Tra le mura domestiche invece veste i panni dell'orco di MILLA PRANDELLI

Massimiliano Frassi presidente dell’associazione Prometeo

Massimiliano Frassi presidente dell’associazione Prometeo

Pisogne, 3 novembre 2015 - Il mostro abita anche nelle case dei bresciani. E troppo spesso non viene riconosciuto. Fuori è amorevole e sorride. Tra le mura domestiche, invece, veste i panni dell’orco e non si fa alcuno scrupolo nell’abusare dei più piccoli, con cui nella maggior parte dei casi, almeno per quanto riguarda la Leonessa d’Italia, ha legami di parentela stretta.  «I casi di pedofilia nel bresciano sono tanti – spiega Massimiliano Frassi, consulente di Scotland Yard e presidente di Prometeo, una associazione che si occupa di abusi sui bambini a livello internazionale –, basti pensare che dal primo gennaio di quest’anno ad oggi abbiamo avuto, solo per quanto concerne la provincia di Brescia, 187 accessi di bambini o persone abusate da bambine. Quasi nessuno ha denunciato i fatti alla Magistratura». Secondo Frassi il dato è sottostimato. «Purtroppo chi subisce abusi ha vergogna e chi si rivolge a noi è solo una percentuale piccolissima – racconta il presidente – il bresciano è una terra dove c’è omertà. Si preferisce “lavare i panni sporchi in casa’’, senza coinvolgere altri. Purtroppo questo ha conseguenze deleterie sulle vittime». E negli anni Massimiliano Frassi, il comitato scientifico e i volontari dell’associazione hanno aiutato davvero tante persone. La vittima più giovane ha appena nove mesi. «Ci sono storie che hanno dell’incredibile – dice – seguiamo bambini piccolissimi ma anche persone anziane che hanno trovato il coraggio di parlare solo ora. Ognuno ha impresso nella mente e nel fisico quanto ha subito». Non solo in casa, comunque, i bambini corrono dei rischi. Accade a scuola, nelle palestre e persino in chiesa.

«Il caso di pedofilia clericale più eclatante, nel bresciano, è quello dell’ex direttore del seminario, don Marco Baresi che per ironia della sorte per un certo periodo si è trovato a trascorrere i domiciliari alla Casa del Giovane di Bergamo, ovvero in una comunità per ragazzi con problemi – spiega Frassi –. Ma ci sono tanti altri episodi di cui nessuno parla. Toccare la chiesa resta un tabu. Eppure una parte buona di essa esiste ed è rappresentata da Papa Francesco, che è un grandissimo uomo. Il Santo Padre ha recentemente affermato che il sacerdote che commette atti di pedofilia ha bestemmiato e non ha rispettato il Signore. Sono le stesse parole che ho usato 20 anni fa nel mio “Libro Nero della Pedofilia”». Frassi sottolinea che non è un problema solo della Chiesa Cattolica. «Succede anche in altre religioni come ad esempio nei testimoni di Geova – spiega – che sono ancora più omertosi dei sacerdoti». Una volta al mese Prometeo organizza incontri dove le vittime di abusi si riuniscono. Si svolgono a Pisogne e a Gorle nel bergamasco. All’ultima riunione c’erano più di 50 persone: 15 erano bresciane.