Omicidio Raccagni, arrestato il quarto uomo della banda

Sull'uomo era stato emesso mandato di cattura internazionale ed è stato arrestato a Dubrovnik, in Croazia. Ora, rientrato in Italia, si trova recluso nel carecre romano di Rebibbia

Rapina a Pontoglio, proprietario in coma dopo caduta (Fotolive)

Rapina a Pontoglio, proprietario in coma dopo caduta (Fotolive)

Brescia, 15 ottobre 2015  - I carabinieri hanno arrestato il quarto e ultimo componente della banda di albanesi, autori materiali della rapina a Pontoglio nella villetta di Pietro Raccagni, il commerciante morto per le lesioni riportate durante l’aggressione, dopo 11 giorni di agonia, nel luglio dell'anno scorso. Sull'uomo, L.E., classe 1993, era stato emesso mandato di cattura internazionale ed è stato arrestato a Dubrovnik, in Croazia. Ora, rientrato in Italia, si trova recluso nel carecre romano di Rebibbia.

Pietro Raccagni aveva 53 anni e faceva il macellaio. La notte tra il 7 e l’8 luglio 2014, era rincasato e aveva sentito dei rumori provenire dall’abitazione. Sorpresi in flagranza, i banditi cercarono di scappare. Una volta in garage tentarono di rubare la Mercedes del 53enne. L’uomo si oppose, rimediando un colpo di bottiglia in testa. Cadde, picchiò il capo sul cemento della rampa d’accesso al box,  entrò in coma e morì undici giorni dopo in ospedale. La prossima udienza del processo si terrà il 23 ottobre. Il 15 settembre scorso, fuori dal tribunale per tutta mattina si è tenuto un presidio organizzato dal comitato 'Uniti con Pietro nel cuore', supportato dalla Lega Nord. Molti i partecipanti - a fianco dei leghisti anche l'assessore regionale Viviana Beccalossi e l'onorevole Daniela Santanché - con indosso magliette bianche con la scritta "Io sto con Federica Raccagni", tutti a chiedere la certezza della pena e giustizia per la vedova Raccagni. La signora Federica, dal canto suo, ha annunciato di voler fondare un’associazione intitolata al marito per tutelare le famiglie delle vittime di violenza domiciliare.