Nel 2005 uccise a coltellate il nuovo compagno dell'ex. Ora potrebbe tornare libero

Condannato a 13 anni e mezzo, ha scontato gran parte della pena tra carcere e affidamento in prova, e ora Stefano Sorrentino ha saldato i conti con la giustizia di Beatrice Raspa

Carcere

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Brescia, 31 agosto 2015 - Dieci anni fa uccise con otto coltellate il presunto rivale in amore. Condannato a 13 anni e mezzo, ha scontato gran parte della pena tra carcere e affidamento in prova, e ora Stefano Sorrentino ha saldato i conti con la giustizia. Potrebbe arrivare già oggi l’ammissione alla libertà anticipata per il noto pizzaiolo di Brescia che la notte dell’11 dicembre del 2005 ammazzò Bruno Vicini Chilovi, 37 anni, l’uomo nei confronti del quale covava una gelosia ossessiva perché frequentava la sua ex. Reo confesso, il noto ristoratore ammise di avere accoltellato la vittima in un momento di rabbia.

Quella sera Sorrentino riuscì a sapere che Chilovi avrebbe trascorso la serata a casa della donna con cui era stato per nove anni, la madre delle sue due figlie. Fuori di sé per la gelosia, decise di affrontarlo. Per scovare dove fosse, coinvolse l’amico Mario Peretta (assolto) e persino il suocero, Bruno Buscicchio, il quale ha pagato il suo coinvolgimento nella vicenda con una condanna a sei anni e due mesi per “concorso anomalo in omicidio”. Buscicchio trascorse quella serata drammatica in compagnia di Sorrentino, in auto con lui, tra via Monte Nero e via Monte Santo, sotto l’abitazione della figlia. Vide il pizzaiolo tagliare le gomme della vettura di Chilovi parcheggiata in strada. L’uomo si è sempre difeso asserendo che intendeva solo tener d’occhio i comportamenti dell’ex genero, ma per i giudici aveva visto il coltello e non intervenne per impedire quel che poi si verificò: la vittima lasciò l’appartamento nel cuore della notte e trovò la morte. Quanto alla determinazione della pena a 13 anni e mezzo per l’assassino, vi si arrivò grazie all’esclusione delle aggravanti e per effetto del rito abbreviato, quindi subentrò uno sconto di tre anni grazie all’indulto.

Ammesso all’affidamento in prova già qualche tempo fa, Sorrentino aveva lasciato il carcere per tornare a lavorare da dipendente nel suo ex locale. La libertà anticipata per il pizzaiolo, già a marzo “promosso” sotto il profilo della buona condotta e sotto quello del buon esito del percorso di reinserimento, sarebbe dovuta arrivare l’8 agosto, ma un nuovo guaio lo ha fatto tornare inaspettatamente dietro le sbarre a metà luglio. Un ex collaboratore del ristorante infatti ha denunciato di avere subito nell’aprile precedente presunte minacce e lesioni da parte di Sorrentino. Di qui la decisione del tribunale di sorveglianza di revocare l’affidamento in prova.

Dopo aver trascorso altri 35 giorni di carcere, il 26 agosto il ristoratore è stato rimesso di nuovo in prova con scadenza 22 settembre. I suoi avvocati, Alberto Scapaticci e Alessandro Bertoli, sono riusciti a convincere i giudici dell’infondatezza dell’episodio denunciato, che sarà oggetto di un procedimento a parte. E adesso contano di vedersi accordato il beneficio della libertà anticipata. La decisione potrebbe arrivare già oggi.