Accusato di violenza sessuale dalla nipote, nonno orco ai domiciliari

L'uomo è stato scarcerato e si trova in Calabria, in una casa di sua proprietà

Abusi su minori

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Brescia, 17 luglio 2016 -  Il Tribunale del Riesame ha in parte accolto le richieste del suo legale, avvocato Felice Arco, e lo ha scarcerato disponendo per lui gli arresti domiciliari. Si trova in Calabria in una casa di sua proprietà il nonno residente sul Sebino arrestato alla fine di giugno con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una delle sue quattro nipotine oggi tredicenne, ma che al tempo delle molestie non aveva compiuto ancora i dieci anni di età. Il 75enne era stato arrestato dai carabinieri di Iseo su mandato della procura di Brescia e dopo alcuni giorni trascorsi nel carcere bresciano di Canton Mombello era stato trasferito in quello di Pavia dove esiste una sezione protetta.

A fare scattare l’inchiesta della Procura di Brescia, il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi, era stato un tema scolastico in cui la bambina ricordava gli episodi che avvenivano in casa sua e in quella del nonno che sono nella stessa palazzina e collegati tra loro nonostante fossero su due piani diversi.

«Ricordo perfettamente la prima volta che il nonno mia ha toccato – ha raccontato la ragazzina agli inquirenti che lo scorso 3 giugno l’hanno ascoltata all’interno della scuola media frequentata – Avevo circa tre anni e lui in macchina mi ha preso la mano e se l’è messa sui suoi genitali». Era solo l’inizio di un incubo finito due anni fa. «Qualche tempo dopo eravamo soli in garage e mi ha messo le mani negli slip – ha ricordato seguita nella sua dolorosa testimonianza da una psicologa – Il nonno mi ripeteva però di non dire nulla perché altrimenti la mamma avrebbe sgridato me e poi sarei finita in carcere. Diceva che quello era il nostro segreto».

Un segreto che però la bambina aveva prima raccontato alla sorella maggiore e poi rivelato in un tema. «A scuola ho raccontato l’episodio più brutto e doloroso che ho vissuto – ha spiegato agli inquirenti la tredicenne – C’è stato un periodo durante l’estate tra la quarta e la quinta elementare che le sue attenzioni erano diventate quotidiane. Saliva in camera mia e mi obbligava a toccarlo e a farmi toccare. Mi ricordo benissimo di un giorno che, appena ho sentito i suoi passi, mi sono nascosta dietro un armadio e mi sono messa a piangere. Lui mi ha sentito e mi afferrato per un braccio e mi ha costretto a subire le sue molestie. Avevo paura, l’ho detto alla mia sorella maggiore che non mi ha lasciato più da sola con il nonno».

La bimba aveva raccontato le attenzioni del nonno anche alla madre. «Quando lo ha saputo si è messa a piangere – ha ricordato la tredicenne – Non ha però fatto nulla. Il nonno continuava così ad allungare le mani e così ho riaffrontato l’argomento con la mamma che deve avere detto qualcosa al nonno visto che da allora a me non ha più fatto nulla. Temo però che possa avere spostato le sue attenzioni sulla nostra sorella più piccola che mi ha raccontato di strani giochi che però non ho voluto approfondire».