Scontro tra Tornado, l'Italia piange i suoi 4 piloti morti: "Sarete sempre con noi"

Ghedi, in 2.500 ai funerali degli ufficiali dei Tornado di Milla Prandelli

Migration

di Milla Prandelli 

Ghedi, (Brescia), 3 settembre 2014 - Sono arrivati in bicicletta, in auto e su tanti autobus per salutare i capitani pilota Alessandro Dotto, Paolo Piero Franzese, Giuseppe Palminteri e Mariangela Valentini, morti nello scontro tra i due tornado in addestramento nei cieli di Ascoli Piceno lo scorso 19 agosto. I funerali dei quattro ufficiali in forza al VI Stormo di Ghedi, nel Bresciano, svoltisi in uno degli hangar della base dell’Aeronautica Militare Italiana, sono stati qualcosa di più di un addio a quattro piloti. Citando il presidente Napolitano, monsignor Marciano ha ricordato che «in questi giorni, tutti li abbiamo sentiti un po’ nostri, rimanendo profondamente commossi da quanto accaduto». Quasi un simbolo di appartenza al popolo italiano, che ha voluto, con la propria presenza fisica, stringersi attorno alla grande famiglia militare, vicino a quelli che sono stati definiti «fratelli e parte della comunità bresciana».  Tra le 2.500 persone arrivate (senza contare il personale dell’aeroporto militare) c’erano dunque tante persone comuni, oltre alle autorità. Erano presenti, in rappresentanza dello Stato, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, quello della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e il prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco. Tante le autorità militari, a partire dal bresciano capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, simbolo di tutti i lavoratori in divisa d’Italia, e dai Capi di Stato Maggiore di Aeronautica e Esercito, generali Pasquale Preziosa e Claudio Graziano. Durante la cerimonia l’Ordinario Militare, monsignor Santo Marciano, ha voluto «ringraziare i caduti per il loro sacrificio», sottolineando come ora «Risplenderanno sempre, come le stelle» e come siano «Beati perché operatori di pace». Alessandro, Paolo Piero, Giuseppe e Mariangela sono stati ricordati con affetto da colleghi e congiunti, tra i quali Alessandra, moglie del capitano pilota Franzese, che ha letto una toccante poesia di Henry Scott Holland in cui è stato sottolineato che «la morte non è niente» e che i propri cari «sono solo passati dall’altra parte ma restano vicini alle persone che amavano e amano». Una testimonianza indimenticabile.

milla.prandelli@ilgiorno.net