Brescia, 28 aprile 2016 - Convegni, appelli e formazione di ogni tipo non sembrano mostrare. Nel Bresciano si continua a morire troppo sul lavoro e il fenomeno è in crescita. A dirlo sono i numeri elaborati dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi e presentati in collaborazione con Saef e il patrocinio della Consigliera provinciale di parità Anna Maria Gandolfi in occasione Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Nel 2015 gli infortuni mortali denunciati nel Bresciano sono stati 25, il 19% in più rispetto all’anno precedente quando furono 21. Aumentano anche le malattie professionali denunciate passate dalle 494 del 2014 alle 534 del 2015 con un incremento dell’8,1% in dodici mesi.
L'unico dato positivo è quello relativo al totale degli infortuni denunciati che nel Bresciano tra il 2014 e il 2015 sono diminuiti del 4,41%, passando in un anno da 16.231 a 15.514. Nei primi tre mesi del 2016 gli infortuni denunciati in provincia di Brescia sono stati 3.912, l’1,63% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015 quando il dato si attestò a quota 3.977. In calo sono anche gli episodi mortali, passati dai 6 del primo trimestre 2015 ai 4 dello stesso periodo dell’anno in corso. Diminuzione importante anche per quanto riguarda le malattie professionali. Il calo è stato del 14,18% con 121 episodi nei primi tre mesi del 2016 contro i 141 dello stesso periodo del 2015. La guardia non può essere abbassata. «La cultura delle sicurezza va diffusa tra i lavoratori – sottolinea il presidente della sezione lombarda dell’Anmil, Angelo Piovanelli – Eppure l’introduzione di strumenti come i voucher sembrerebbero andare nel verso opposto. Se infatti sono stati concepiti per sostenere il lavoro rischiano invece di livellare verso il basso la formazione».
di PAOLO CITTADINI