Donne al lavoro? Niente paura c’è la vice-mamma

Laura Belotti, classe 1980, vive a caino nel Bresciano con il marito e, da qualche emse, è una Tagesmutter. E racconta: "Per farlo non ci si può improvvisare né basta avere alle spalle l'esperienza con i propri figli" di Federica Pacella

Laura Belotti, classe 1980, è una delle poche Tagesmutter del Bresciano

Laura Belotti, classe 1980, è una delle poche Tagesmutter del Bresciano

Brescia, 16 novembre 2014 - Non chiamatele babysitter. La Tagesmutter, o mamma di giorno, è molto di più. «È un modello che arriva dal Nord Europa, dove funziona molto bene, mentre qui si fa ancora un po’ fatica». Laura Belotti, classe 1980, vive a Caino con il marito e, da qualche mese, è una Tagesmutter. Dopo 15 anni nei servizi sociali, l’incontro con quello che sarebbe diventato il suo lavoro è stato un po’ casuale. «Ho letto che c’era un corso, sul Garda, per diventare Tagesmutter. A me piacciono molto i bambini e ci ho provato». Una mamma di giorno ospita a casa propria bimbi da 0 a 14 anni, senza limiti di orario (lavora h24) e di giorni, mettendosi d’accordo, di volta in volta, con le famiglie. Per farlo, non ci si può improvvisare né basta avere alle spalle l’esperienza con i propri figli.

«Dopo un colloquio motivazionale, ho seguito un corso di formazione di 250 ore, di cui 50 di tirocinio. Hanno poi verificato l’effettiva idoneità delle candidate, con colloqui psicologici. Alla fine abbiamo sostenuto anche un esame vero e proprio». La formazione obbligatoria è una garanzia per i genitori che poi decidono effettivamente di affidare i propri bambini alle mamme di giorno. «Non solo – spiega Laura – abbiamo una serie di indicazioni da rispettare su metrature e, ovviamente, igiene. L’ente gestore, che nel mio caso è l’associazione Creattiva di Lonato, effettua periodicamente dei controlli».

Ma com’è la giornata in casa di una Tagesmutter? «Quando arrivano i bimbi, a metà mattina, facciamo merenda e poi un po’ di gioco libero, perché si adattino agli ambienti. Poi propongo io le attività, a seconda dell’obiettivo che voglio raggiungere. Per migliorare il coordinamento del corpo, ad esempio, ho costruito una macchina di cartone, oppure uso la musica e i libri per aiutare i miei bambini a parlare. Poi c’è il pranzo, il pisolino e ancora attività anche all’aperto. A fine mese scrivo una relazione ai genitori, per condividere il percorso educativo». Per ogni bambino, insomma, Laura porta avanti un progetto specifico. Anche per questo, ogni mamma di giorno non può avere più di 5 bambini per fascia oraria e non più di due di 3 anni. Insomma, molto più di un servizio di baby-sitting, con il vantaggio della flessibilità rispetto alla scuola. «Al nido, ad esempio, se il bimbo è malato non te lo tengono. Noi cerchiamo sempre di andare incontro alle famiglie».

I costi sono stabiliti in base al servizio; in generale 6,5 euro all’ora, ma a seconda delle esigenze vengono fatti dei forfait. Per i genitori che non hanno una rete familiare vicina, è un supporto gradito per la flessibilità e per la professionalità delle Tagesmutter, garantita dall’ente gestore; dal punto di vista educativo, i bambini sono seguiti in un contesto familiare, ma allo stesso tempo hanno l’opportunità di socializzare con i coetanei. Per le donne che decidono di diventare Tagesmutter è una nuova opportunità di lavoro. «Io non ho figli, ma una donna che ha bambini e fatica a entrare nel mercato del lavoro, può diventare Tagesmutter e seguire altri bambini. È sì un lavoro, ma non puntiamo a guadagnare: per quel che mi riguarda, è proprio cercare di andare incontro ai bisogni delle mamme che lavorano e non hanno nessuno a cui affidare i figli o per alleggerire il carico dei nonni».

di Federica Pacella