Macello degli orrori, udienza per veterinari Asl e dipendenti

Caso Italcarni, venerdì 12 febbraio in aula

Un’immagine del fascicolo aperto in Procura  a Brescia a sostegno della denuncia: una mucca sfinita e a terra viene trascinata con un muletto all’interno del macello

Un’immagine del fascicolo aperto in Procura a Brescia a sostegno della denuncia: una mucca sfinita e a terra viene trascinata con un muletto all’interno del macello

Ghedi, 11 febbraio 2016 - E' prevista per domani, venerdì 12 febbraio, inTribunale di Brescia, l'udienza preliminare per decidere del rinvio a giudizio chiesto dalla Procura di Brescia lo scorso 9 novembre nei confronti di M.P. e G.B., veterinari della Asl di Brescia, e B.F, M.A. e H.N., dipendenti della Italcarni Srl, il macello di Ghedi ( Brescia) balzato agli onori della cronaca lo scorso anno per la video-inchiesta "Dentro al macello degli orrori" pubblicata sul sito de Il Fatto Quotidiano.

Le drammatiche immagini mostravano le sevizie inflitte agli animali che arrivavano in gravi condizioni, non piu' in grado di reggersi sulle zampe che, anziche' essere macellati in allevamento come prevedono le norme, o in ultima analisi sul camion, venivano scaricati e spinti con trattori o muletti, trascinati con catene e spinti con forconi. "Una illegalita' non piu' tollerabile per gli animali vittime di sevizie, e pericolosa per la salute dei cittadini di Ghedi e delle zone limitrofe- sottolinea Roberto Bennati, Vice Presidente Lav- Le lesioni cagionate agli animali, spesso trascinati con catene in ferro nel trasporto e nella movimentazione, infatti, secondo l'Istituto Zooprofilattico di Torino e di Portici, erano all'origine di gravi infezioni, risultanti in una elevatissima carica batteriologica, fino a 50 volte superiore al consentito", ha spiegato la Lav.

La Lav auspica il rinvio a giudizio di tutti i soggetti coinvolti, in particolare dei due veterinari che, anziche' applicare le norme sulla tutela degli animali durante il trasporto e la macellazione, omettevano controlli e coprivano illeciti, piuttosto che applicare il Regolamento 882/2004 che consente di disporre la chiusura d'ufficio del macello per violazione delle disposizioni sul benessere degli animali, rendendo possibile una chiara e reiterata volonta' del titolare del macello di commercializzare carni di animali in quelle condizioni. Lo scandalo degli animali a terra è stato denunciato gia' dieci anni fa dalla Lav e il caso di Ghedi è  la conferma di come il fenomeno sia ancora drammaticamente diffuso nel nostro Paese e rappresenti, nonostante le condanne in diversi Tribunali e le note Ministeriali prodotte sull'argomento, una vergognosa prassi zootecnica per la quale decine di migliaia di animali ogni anno subiscono abusi in allevamento, durante il trasporto e la macellazione, ha conclusola Lav.