Morto nello schianto sulla provinciale ma l’amico racconta un’altra verità

Un morto, rimasto per ore senza identità, e un ferito lieve, denunciato per omicidio colposo, che si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti tossicologici, e per omissione di soccorso. Secondo i carabinieri racconterebbe un mucchio di bugie. È il bilancio di un incidente stradale avvenuto la notte tra sabato e domenica a Montecchio di Darfo, in Valcamonica, che si è trasformato in un giallo

Carabinieri

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Darfo (Brescia), 22 settembre 2014 - Un morto, rimasto per ore senza identità, e un ferito lieve, denunciato per omicidio colposo, che si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti tossicologici, e per omissione di soccorso. Secondo i carabinieri racconterebbe un mucchio di bugie. È il bilancio di un incidente stradale avvenuto la notte tra sabato e domenica a Montecchio di Darfo, in Valcamonica, che si è trasformato in un giallo. Uno schianto misterioso, sul quale ora indagano i militari della compagnia di Breno. Molte cose non quadrano, a cominciare dalla versione resa da colui che secondo gli investigatori era al volante della macchina finita fuori strada, L.R., un 30enne della Valsaviore. Erano quasi le 5 del mattino quando una Golf, che procedeva sulla provinciale tra Esine a Darfo, ha sbandato e si è ribaltata in un campo a bordo strada. Tra le lamiere i soccorritori del 118, intervenuti insieme ai vigili del fuoco, hanno trovato il corpo di un uomo ormai privo di vita. La vittima, che sedeva nel lato passeggero, con sé non aveva documenti. Solo nel pomeriggio è stata identificata: si tratta di Alessio Duccoli, 41enne di Darfo, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine con nel curriculum reati contro il patrimonio, spaccio di droga e sequestro di persona. Quanto al conducente, sul luogo dell’incidente, di lui non c’era traccia. 

Un mistero risolto – in parte - a distanza di 12 ore. Per gli uomini del capitano dei carabinieri Salvatore Malvaso al volante della Volkswagen c’era un 30enne camuno a sua volta pregiudicato. Il giovane, ferito in modo lieve, è stato rintracciato all’ospedale di Esine. «Mi hanno picchiato dopo avermi rubato la macchina», è stata la giustificazione dell’interessato. Il racconto di L.R., però, frammentario e contraddittorio, non ha convinto per niente gli investigatori e anzi li ha spinti a immaginare un nesso con la vettura incidentata, la quale peraltro risulta intestata alla madre del giovane. Il trentenne ha smentito di essere stato al volante di quella macchina tra sabato e domenica, così come di conoscere la vittima. Stando tuttavia ad alcune testimonianze i due avevano trascorso la notte insieme, in giro per locali. In tarda serata da segnalare un altro incidente mortale avvenuto a Monticelli è costato la vita a un ciclista di 22 anni di Gussago, Federico Gozio. In base ai primi rilievi sarebbe stato urtato da una vettura mentre percorreva la provinciale 47. L’automobilista ha dichiarato di aver centrato il giovane per evitare un animale che improvvisamente gli aveva attraversato la strada, manovra che lo ha portato ad invadere la corsia opposta. 

di Beatrice Raspa