«Fedeltà all’Italia Gli immigrati? Rispettino le regole»

In Loggia consegnate 25 cittadinanze

 In venticinque ieri mattina sono diventati cittadini italiani

In venticinque ieri mattina sono diventati cittadini italiani

Brescia, 24 maggio 2015  – Arrivano da tutto il mondo: dall’Africa all’Asia, dall’Europa al Sud America. Sono originari di 14 paesi diversi, ma da ieri mattina nella cerimonia pubblica organizzata dalla Loggia nel salone Vanvitelliano sono diventati cittadini italiani. Sono 25 e rappresentano solo una piccola parte di quanti ogni anno, circa 600 (ogni due settimane a gruppi di 30), giurano sulla Costituzione italiana. Sono studenti, metalmeccanici, madri e padri pronti a fare propri come ha ricordato loro il vicesindaco Laura Castelletti tanto i diritti quanto soprattutto i doveri dei cittadini italiani. Tante l’emozione. "Praticamente non ho dormito tutta la scorsa notte – racconta Doha El Maataoui, nata in Marocco ma in Italia da ormai 15 anni – L’Italia è il mio paese, qui ho fatto le scuole e ho gli amici. La cittadinanza in sé cambia poco: potrò ad esempio viaggiare in Europa senza più bisogno del passaporto". In Italia dal 1998, Narvair Singh è nato in India nel 1973 e a Brescia vive con la moglie i tre figli e la madre arrivata tempo fa dal paese di origine. "I figli hanno fatto le scuole qui – spiega – ormai tutta la nostra vita è qui. In India sono 8 anni che non torno. Con la cittadinanza finisce tutta la trafila burocratica per il permesso di soggiorno, questo è il grande cambiamento".

C'è chi  questo giorno lo aspetta da anni. "Mio marito e i miei figli hanno già ottenuto la cittadinanza nei mesi scorsi – spiega Ermira Qosia, albanese di 35 anni in Italia dal 1998 - Erano 4 anni che avevo fatto richiesta perché ormai sono e mi sento bresciana. Tanto che quando sono in Albania ne sentiamo la mancanza". Da nuovi italiani che idea hanno sui fenomeni immigratori e sulla questione dei richiedenti asilo che quotidianamente sbarcano sulle coste del Mediterraneo? "Aiutare è giusto – sottolinea Abdullah Al Sagid nato in Bangladesh 21 anni fa, ma a Brescia da 17 tanto che il suo accento è quello di un ventenne nato e cresciuto all’ombra della Maddalena – Vanno però rispettate le regole. Se vieni per lavorare in Italia sei ben accolto. Se invece c’è chi vuole solo vivere alle spalle degli altri e commettere crimini allora è meglio che questi rimangano nei loro paesi".

Wanjiku Wangari Nelius arriva dal Kenia ed è diventata cittadina italiana dopo aver sposato un bresciano. Anche lei sull’immigrazione ha un’idea chiara. "Capisco le preoccupazioni della gente, spesso sono proprio gli stranieri i protagonisti di brutti episodi di cronaca - racconta - Gli arrivi cominciano oggettivamente ad essere molti tanto che scherzando ho detto a mio marito che tra un po’ dovremo tornare in Africa. Battute a parte il rispetto delle regole è alla base dell’integrazione». Tra i diritti ottenuto c’è anche quelle di voto. «Lo eserciterò – spiega – Faccio parte di questo Paese, di questa città e credo sia un mio dovere prendere parte alle scelte".