Sabato 20 Aprile 2024

Distillati, altra batosta: "Grappa a rischio"

Solo negli ultimi sei mesi le accise sui distillati sono cresciute tre volte e un nuovo aumento è previsto il primo gennaio 2015. L’aumento delle tasse arriverà al 30%. I posti di lavoro a rischio in Lombardia sono un migliaio, in Italia 6.700 di Milla Prandelli

Grappa

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Corte Franca (Brescia), 25 novembre 2014 - Quello delle aziende che in Italia producono distillati è un grido di doloreA lanciarlo, dalla sede di Borgonato delle Distillerie di Franciacorta della famiglia Gozio, sono stati il presidente di Assodistil, Antonio Emaldi, Sandro Boscaini di Federvini, Elvio Bonollo, presidente dell’Istituto Nazionale Grappa, e Paolo Straparava, vicepresidente dell’Associazione industriali BrescianiSolo negli ultimi sei mesi le accise sui distillati sono cresciute tre volte e un nuovo aumento è previsto il primo gennaio 2015. L’aumento delle tasse arriverà al 30%. I posti di lavoro a rischio in Lombardia sono un migliaio, in Italia 6.700.

«Questo è il cocktail che ci serve lo Stato italiano – spiega Elvio Bonollo, dell’Istituto Nazionale Grappa –: politiche fiscali sciagurate. La Grappa è un prodotto d’eccellenza italiano, per il 70% venduto sul mercato nazionale. Aumentare la tassazione rischia di piegare l’intero settore e cancellare l’acquavite di bandiera». Grappe e distillati non solo fanno le spese della crisi, ma soffrono la tassazione, che ne fa aumentare i costi in modo esponenziale. «Basti pensare – rimarca il presidente di Assodistillati – che un ottimo distillato oggi vale 1/5 rispetto alle imposte e un limoncello 1/15. Tutto questo è assurdo».

Nella bottiglia, dunque, oltre alla lavorazione delle vinacce, i consumatori dovrebbero trovare bollettini fiscali e imposizioni che rendono il prodotto sempre più costoso anche in misura della sua qualità. «Così si uccide il made in Italy e, nel nostro caso, il made in Brescia – sottolinea Paolo Strapatrava di Aib - Per la nostra provincia le distillerie significano non solo indotto e posti di lavoro, ma anche cultura e tradizione». Secondo le stime fatte dalle associazioni di categoria, per il 60% delle imprese che si dedicano a grappa e affini il fatturato è calato. Per l’80% di coloro che hanno subito il calo, la colpa è dell’aumento delle accise. «Solo l’11% delle aziende non aumenterà i prezzi – dice Antonio Emaldi di Assodistil – ma taglierà i costi, specie del personale».

«Per questo motivo abbiamo iniziato una campagna online: stopalleaccise.it - conclude il presidente di Assovini, Sandro Boscaini -: invitiamo tutti a firmare». Il futuro per le quattro distillerie delle province di Brescia, per i conferitori di vinacce e per tutta la filiera collegata al settore non è roseo.