Brescia, il lavoro nei campi ridà un futuro

Nel 2017 crescita del 10%. Ora il comparto vale 1,5 miliardi di euro

Lavoro nei campi

Lavoro nei campi

Brescia, 21 febbraio 2018 - L'agricoltura bresciana vale più di un miliardo e mezzo di euro e nel 2017, in controtendenza nazionale, è cresciuta del 10%. Trainano latte, suini e avicoli. Ma il futuro della provincia leader in Italia per vocazione agricola passa da una svolta obbligata: l’uso delle biotecnologie. Questo il tema di cui si discuterà sabato (alle 9 in Camera di Commercio) all’assemblea dei soci di Confagricoltura, al quale parteciperanno esponenti della futura politica regionale. Negli ultimi 10 anni il comparto agricolo ha perso 1.900 aziende, che si sono assestate sulle 10mila con 5mila addetti e 21mila operatori stagionali. L’annata è stata positiva per i produttori di latte (+15% del valore, 534 milioni di euro) che hanno beneficiato di un buon prezzo della materia prima.

Il 2018, però, non si è aperto sotto i migliori auspici, il latte dai 40 euro al quintale è sceso a 33 per un eccesso di offerta. Un crollo di prezzo cui ha risentito anche il Grana Padano, danneggiato dalla diffusione del similgrana. Anche il settore suini, 315 milioni di euro (+12,5%) ha rialzato la testa. Idem gli avicoli (+98 milioni le uova, +20%, 185 milioni la carne, +10%) che pure sono stati falcidiati dall’aviaria. E’ in perdita invece la produzione vegetale (quasi 98 milioni, -11,7%, per il 70% mais) legata a doppio filo al meteo, al caldo estivo e alle gelate primaverili. Per il vicepresidente Giovanni Garbelli «i tempi sono maturi per le sementi geneticamente modificate: studi recenti ne hanno dimostrato la salubrità, gli Ogm sono soppiantati dagli Nbt, più produttivi, meno bisognosi di concimi e acqua. Speriamo che la Corte di giustizia europea si pronunci positivamente». Non a casoil premio “Galantuomo all’agricoltura” sabato sarà consegnato alla senatrice Elena Cattaneo, alfiere della scienza applicata.

Il clima nel 2017 ha danneggiato anche le uve in Franciacorta e sul Garda con tagli produttivi fino al 50% compensati però dalla triplicazione dei prezzi. «Il comparto cresce grazie ai consorzi, gli agricoltori devono aggregarsi – dice il presidente Francesco Martinoni – Il Lugana registra forti ampliamenti di vigneti. Idem per l’olio, in difficoltà per il clima ma in espansione su Garda e Sebino». Nuova frontiera, infine, le agroenergie. Il fotovoltaico (430 impianti) è cresciuto del 10%. E il biogas a Brescia conta già su 120 le strutture.