Assolta nomade: "Non ha dato la dose mortale"

Il tribunale di Brescia ha assolto l'unica imputata accusata di aver fornito la dose di cocaina che il 21 settembre 2011 contribuì a far morire una ragazza di 27 anni

Tribunale

Tribunale

Brescia, 4 maggio 2016 - Il tribunale di Brescia ha assolto l'unica imputata, A.R., accusata di aver fornito la dose di cocaina che il 21 settembre 2011 contribuì a far morire una ragazza di 27 anni. In una telefonata agli atti dell'inchiesta, due rom residenti al campo nomadi di Calcinatello fanno riferimento alla dona come possibile venditrice della sostanza. Per i giudici però "dalla telefonata non è ricavabile quale sia la fonte e il fondamento dell'informazione".

Un mese dopo la morte, il padre della giovane, uccise in un campo nomadi un ragazzo di 19 anni, raggiunto da un colpo di fucile alla testa mentre si trovava all'interno di una delle baracche del campo nomadi dove l'uomo aveva visto entrare la figlia per comprare droga. "La difficoltà di individuare lo spacciatore - scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza - è comprovata proprio dall'errore compiuto dall'uomo che in preda alla disperazione ha diretto i colpi del suo fucile da caccia non verso una determinata persona bensì contro una delle baracche attingendo alla testa di un innocente".