Discarica Castella, il no tranquillizza tutti

La Regione mette la parola fine alla discarica Castella, confermando le criticità evidenziate in questi anni di FEDERICA PACELLA

L'ingresso della discarica (Fotolive)

L'ingresso della discarica (Fotolive)

Brescia, 10 febbraio 2016 - Bocciata per una "sostanziale non compatibilità ambientale". La Regione mette la parola fine alla discarica Castella, confermando le criticità evidenziate in questi anni (l’iter era partito nel 2011) da enti coma Arpa e Asl, dai Comuni interessati, nonché dai comitati dei cittadini, in particolare Codisa, che in questi anni si sono battuti contro il progetto. La proposta della Castella srl era di realizzare una discarica da quasi 2 milioni di metri cubi di putrescibili sul territorio di Rezzato, a meno di un chilometro dalle scuole materne ed elementare di Buffalora. Tante le criticità ambientali, come l’escursione della falda, che rischiava di entrare in contatto con i rifiuti, e quelle sanitarie (in zona si è registrato un +20% di patologie respiratorie), in un contesto già ricco di impianti ad alto impatto ambientale.

"Le associazioni ambientaliste - commenta Angelamaria Paparazzo, coordinatore Consulta per l’ambiente del Comune - riconoscono la capacità di tutte le amministrazioni e degli enti competenti che hanno capito che far rete anche con i cittadini è necessario per raggiungere obiettivi che sono legati al benessere e alla salute. Un risultato che indica forse un modo nuovo di fare politica, di unire istituzioni e cittadini per raggiungere questi risultati. Questa localizzazione era errata, lo abbiamo detto in tutte le nostre osservazioni. Non dimentichiamo, però, che nell’Ate 25 è in essere l’autorizzazione a cavare".

Unanime la reazione positiva di tutti i Comuni coinvolti: Rezzato, Brescia, Castenedolo, Botticino, Borgosatollo, Mazzano. "Finalmente - sottolinea il sindaco di Rezzato Davide Giacomini - è arrivato il diniego che aspettavamo da anni". "Una vicenda – commenta l’assessore all’ambiente Gianluigi Fondra - che poteva essere chiusa anche prima. La scelta della Regione è stata approfondita sotto tutti gli aspetti, credo che difficilmente il proponente avrà argomenti di ricorso".

Ora si fa più concreto il progetto del Parco delle Cave, dentro cui sarebbe sorta la discarica. "Siamo tutti concordi - prosegue Fondra - nel voler rivitalizzare un territorio martoriato da impianti di cava che poi il più delle volte si trasformano in discarica. Stiamo licenziando un Pgt che fa scelte molto chiare in direzione del Parco delle Cave, non da ultimo con l’accordo per non far partire la discarica di via Brocchi".