Brescia, 5 luglio 2015 - Il «dark side» del fiume Mella. L’argine che costeggia la tangenziale Ovest è sempre molto frequentato, grazie anche alla pista ciclo-pedonale. Ma cosa c’è sull’altro lato? Ezio Melgazzi e la moglie Rossella vanno spesso a passeggiare con il loro cagnolino. Ci siamo uniti a loro, ieri mattina, per scoprire l’altro lato del fiume. La partenza, dal parco delle Quattro stagioni, è accompagnata dal rumore fastidioso del camino di un’azienda nelle vicinanze. Rispetterà i limiti di legge sull’inquinamento acustico? «Lo abbiamo segnalato a chi di competenza - spiega Ezio - per ora l’Arpa ha risposto che, per i controlli sul rumore, si muove su richiesta del Comune».
Proseguiamo in direzione Collebeato. Sul sentierino più vicino al fiume si può camminare, mentre l’alzaia va bene per chi vuole sfidare rovi ed erba alta. È il bello della natura, ma anche il segno che di manutenzione non ce n’è poi tanta. Si fa fatica a capire di chi sia la competenza, non solo perché siamo al confine tra Brescia e Collebeato, ma anche perché sugli argini ci lavora l’Agenzia interregionale per il fiume Po. Alla fine diventa una terra di nessuno, dove le segnalazioni sulla presenza di rifiuti o alberi caduti vengono rimbalzate da un ufficio all’altro. E chi vive a ridosso del fiume se ne approfitta e usa l’argine come fosse il cortile di casa, facendo un po’ quello che vuole, compresi tagli di alberi arbitrari.
Succede anche che ci si imbatta in piccole piastrelle e laterizi gettati lungo il Mella da chi ha appena fatto lavori in casa. Noi siamo fortunati: nella nostra passeggiata incrociamo «solo» pezzi di motore. «C’è stata da poco una piena - spiega Rossella - che ha spazzato via buona parte dei rifiuti. La cosa più pericolosa, però, sono i cumuli di ramaglie. Quando il fiume si ingrossa e li trascina via, rischiano di trasformarsi in tappi che causano poi allagamenti».a presenza, sulla sinistra, di un campo dove i cacciatori fanno il bello e cattivo tempo e di capannoni abbandonati, con coperture in amianto, dove la gente si intrufola per dormire o bivaccare, non rafforza il senso di sicurezza per chi vuole fare una passeggiata. Eppure, la natura è molto generosa. Il bosco consente di camminare per chilometri all’ombra. Nel nostro percorso ci accompagnano aironi cinerini e garzette, padroni del fiume, che non si lasciano intimidire dai pescatori. «Altre città - commenta Ezio - hanno valorizzato i loro fiumi, ci hanno costruito attorno attività, creando anche posti di lavoro. Da noi il Mella sembra solo un peso».