Una passeggiata lungo il Mella tra rifiuti, ramaglie e aironi cinerini

Alla scoperta del fiume insieme a Ezio e Rossella di Federica Pacella

Ezio e Rossella Melgazzi frequentano la zona e spesso segnalano degrado e altri problemi

Ezio e Rossella Melgazzi frequentano la zona e spesso segnalano degrado e altri problemi

Brescia, 5 luglio 2015 - Il «dark side» del fiume Mella. L’argine che costeggia la tangenziale Ovest è sempre molto frequentato, grazie anche alla pista ciclo-pedonale. Ma cosa c’è sull’altro lato? Ezio Melgazzi e la moglie Rossella vanno spesso a passeggiare con il loro cagnolino. Ci siamo uniti a loro, ieri mattina, per scoprire l’altro lato del fiume. La partenza, dal parco delle Quattro stagioni, è accompagnata dal rumore fastidioso del camino di un’azienda nelle vicinanze. Rispetterà i limiti di legge sull’inquinamento acustico? «Lo abbiamo segnalato a chi di competenza - spiega Ezio - per ora l’Arpa ha risposto che, per i controlli sul rumore, si muove su richiesta del Comune».

Ci sono anche belle sorprese, come aironi e garzette (Fotolive)

Proseguiamo in direzione Collebeato. Sul sentierino più vicino al fiume si può camminare, mentre l’alzaia va bene per chi vuole sfidare rovi ed erba alta. È il bello della natura, ma anche il segno che di manutenzione non ce n’è poi tanta. Si fa fatica a capire di chi sia la competenza, non solo perché siamo al confine tra Brescia e Collebeato, ma anche perché sugli argini ci lavora l’Agenzia interregionale per il fiume Po. Alla fine diventa una terra di nessuno, dove le segnalazioni sulla presenza di rifiuti o alberi caduti vengono rimbalzate da un ufficio all’altro. E chi vive a ridosso del fiume se ne approfitta e usa l’argine come fosse il cortile di casa, facendo un po’ quello che vuole, compresi tagli di alberi arbitrari.

Succede anche che ci si imbatta in piccole piastrelle e laterizi gettati lungo il Mella da chi ha appena fatto lavori in casa. Noi siamo fortunati: nella nostra passeggiata incrociamo «solo» pezzi di motore. «C’è stata da poco una piena - spiega Rossella - che ha spazzato via buona parte dei rifiuti. La cosa più pericolosa, però, sono i cumuli di ramaglie. Quando il fiume si ingrossa e li trascina via, rischiano di trasformarsi in tappi che causano poi allagamenti».a presenza, sulla sinistra, di un campo dove i cacciatori fanno il bello e cattivo tempo e di capannoni abbandonati, con coperture in amianto, dove la gente si intrufola per dormire o bivaccare, non rafforza il senso di sicurezza per chi vuole fare una passeggiata. Eppure, la natura è molto generosa. Il bosco consente di camminare per chilometri all’ombra. Nel nostro percorso ci accompagnano aironi cinerini e garzette, padroni del fiume, che non si lasciano intimidire dai pescatori. «Altre città - commenta Ezio - hanno valorizzato i loro fiumi, ci hanno costruito attorno attività, creando anche posti di lavoro. Da noi il Mella sembra solo un peso».