Accusato di corruzione, Pierino Zanga va ai domiciliari

L'imprenditore bergamasco è imputato nell'ambito di un filone d'indagine della Dda di Milano su presunte mazzette per oliare l'assegnazione di subappalti di opere pubbliche in Lombardia

Il tribunale di Milano

Il tribunale di Milano

Bergamo, 1 marzo 2017 - L'imprenditore Pierino Zanga, imputato a Milano nell'ambito di uno dei filoni dell'indagine della Dda di Milano su un sistema di presunte tangenti per oliare l'assegnazione di subappalti di opere pubbliche in Lombardia, tra cui quella per il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa, dopo circa cinque mesi di carcere è stato posto agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gup milanese Cristina Mannocci, ritenendo attenuate le esigenze cautelari in seguito a una serie di chiarimenti resi agli inquirenti. Zanga, al quale per altro la guardia di finanza ha sequestrato beni mobili e immobili per un valore di 10 milioni di euro, a partire dal 3 maggio sarà processato con rito abbreviato dal giudice Mannocci assieme, tra gli altri, a Davide Lonardoni, ex responsabile della sicurezza del cantiere per il collegamento tra i due terminal di Malpensa e dipendente della Nord_Ing del Gruppo Fnm (le due società non sono indagate) e Alessandro Raineri, presunto "faccendiere bresciano" che risponde di diversi episodi di millantato credito e che vantava conoscenze nelle alte sfere anche istituzionali. Per tre degli indagati domani invece proseguirà il processo con rito ordinario davanti al Tribunale. Zanga, difeso dagli avvocati Riccardo Donzelli e Marco Pievani, è ritenuto 'dominus' di un circuito di società aggiudicatrici dei vari subappalti per la realizzazione di opere pubbliche e fu tra le 11 persone finite in carcere lo scorso ottobre su richiesta del pm Bruna Albertini e del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, nell'ambito dell'indagine in cui alcuni imprenditori sarebbero stati anche contigui "ad un contesto criminale di 'ndrangheta". La Procura di recente ha chiuso un secondo filone di indagine in cui tra gli indagati figurano, non solo l'ex talent scout Lele Mora, ma anche l'ex presidente di Fnm Norberto Achille, Roberto Ceresoli in qualità di amministratore unico di Nord Ing e Gian Luca Binato, il quale è accusato di corruzione tra privati.