Stalking, chiesti due anni e sei mesi: "Elena Perotti era aggressiva e gelosa"

Questa la pena richiesta dal pm nel processo nei confronti dell’ex fidanzato William Pezzullo che vede imputata la 27enne di PAOLO CITTADINI

Elena Perotti insieme al suo avvocato

Elena Perotti insieme al suo avvocato

Brescia, 11 giugno 2016 - Due anni e sei mesi di carcere. Questa la pena richiesta dal pubblico ministero Barbara Sisci nel processo per stalking nei confronti dell’ex fidanzato William Pezzullo che vede imputata Elena Perotti, la 27enne già condannata in via definitiva a 8 anni per averlo sfigurato con l’acido (in concorso con un complice) la notte del 19 settembre 2012. Ieri mattina in aula Elena Perotti non c’era così come non c’era neppure l’ex fidanzato, sottoposto a decine di interventi. Dopo aver perso la vista, dovrà subire anche un trapianto di cornea. «Elena Perotti aveva una personalità gelosa e aggressiva - ha sottolineato il pm Sisci nel corso della sua requisitoria -. I suoi comportamenti malati hanno raggiunto l’apice quando Pezzullo è finalmente riuscito a lasciarla. Le minacce, gli insulti, i danneggiamenti sono state solo le tappe di avvicinamento all’aggressione con l’acido che ha sfregiato William, un ragazzo pacifico che, come ha ricordato la madre, aveva paura dell’atteggiamento della sua fidanzata».

Il pm ha ricordato come tutti e 18 gli amici della coppia abbiano sempre sottolineato il particolare comportamento di Elena Perotti. «Tutti ci hanno parlato delle sue scenate - ha spiegato in aula il pm -. C’era addirittura la ragazza che lavorava nel bar di Pezzullo che aveva il terrore di sfiorarlo perché temeva la gelosia di Elena». A inchiodare alle sue responsabilità Elena Perotti ci sarebbe anche la testimonianza di Andrea Tomasoni, compagno di classe della ventisettenne ai tempi del Liceo Arnaldo. «Dal banco dei testimoni senza che nessuno glielo chiedesse ci ha detto che Elena Perotti gli aveva raccontato di avere bucato le gomme dell’auto del fidanzato. Forse è stata l’unica volta in cui Elena Perotti è stata sincera». A chiedere una pena severa è stata Carolina Margani, il legale di Pezzullo, che ancora una volta ha provato a dimostrare come il bambino avuto da Elena Perotti all’indomani dell’aggressione del 2012 non sia figlio di Pezzullo.

«Elena Perotti va fermata - ha sottolineato -. Anche ora che dopo la condanna definitiva per l’aggressione è ai domiciliari in una comunità sembra non avere capito ciò che ha fatto e con il nuovo compagno che le ha dato una bambina mette in pratica comportamenti simili a quelli avuti in passato con altri fidanzati». Passando in rassegna alcune delle 1.376 pagine di messaggi inviati dalla ragazza, e portati a processo dal legale di Elena Perotti, l’avvocato Margani ha voluto dimostrare come William Pezzullo sia stato tormentato dalla ex fidanzata. «Elena Perotti non è pazza - ha sottolineato -. Nei confronti di Pezzullo e della sua famiglia ha messo in pratica una sorta di bracconaggio. Si è comportata come il cuculo del ciuffo, un uccello che depone le uova nel nido di altri uccelli e che si vendica qualora non ritrovi le sua uova distruggendo per vendetta il nido e la covata di chi lo ospita». Il legale di Elena Perotti, Giovanni Migliorati, è riuscito a iniziare la sua arringa prima che il giudice Tiziana Gueli decidesse di aggiornare l’udienza al prossimo 4 luglio. «Questo processo deve cercare la reale verità - ha tuonato - non quella di comodo».