Ceto, bruciarono auto ex sindaco: condanne oltre le previsioni

Le condanne sono pesanti e vanno molto al di là delle richieste fatte dalla Procura al termine del dibattimento di PAOLO CITTADINI

il tribunale di Brescia

il tribunale di Brescia

Brescia, 26 maggio 2016 - Le condanne sono pesanti e vanno molto al di là delle richieste fatte dalla Procura al termine del dibattimento. Per la seconda sezione penale del tribunale di Brescia sono Roberto Donina, Graziano Zanotti e Alessandro Fasano i responsabili del doppio attentato incendiario alla vettura dell’ex sindaco di Ceto Franco Guaini, episodi avvenuti nella notte di Santo Stefano del 2011 e in quella tra il 30 e il 31 luglio dell’anno successivo. La pena più pesante è stata inflitta a Roberto Donina che è stato condannato a 3 anni e quattro mesi. Per lui il pubblico ministero aveva chiesto un anno e 4 mesi di carcere. Due anni e sei mesi di reclusione è invece la pena inflitta a Graziano Zanotti, assessore comunale di Ceto al momento degli attentati contro l’ex sindaco Guaini, e ad Alessandro Fasano. Per entrambi la Procura aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione.

Secondo l’accusa Zanotti sarebbe stato il mandante dell’attentato, mentre Roberto Donina e Alessandro Fasano gli esecutori dell’azione incendiaria contro l’auto dell’ex sindaco Franco Guaini, che in quel periodo in Consiglio comunale ricopriva il ruolo di capogruppo di minoranza. Episodi maturati in una fase particolarmente tesa dei rapporti politici nel piccolo Comune (poco più di 1.900 abitanti) della Valle Camonica durante la quale gli interventi, in Consiglio comunale e non solo, dell’allora consigliere Guaini non devono essere particolarmente piaciuti agli avversari. Accolta anche la richiesta di danni (5mila euro la somma riconosciuta) avanzata dal Comune di Ceto che nel processo si è costituito parte civile.

Roberto Donina presto potrebbe tornare in un’aula del palazzo di giustizia di Brescia. L’uomo lo scorso febbraio è infatti stato arrestato per aver insultato e minacciato di morte Marina Lanzetti, l’attuale sindaco del Comune della Valle Camonica e sua madre tentando di estorcere loro 500mila euro. Il primo cittadino del paese camuno è stato ascoltato come testimone in una delle udienze del processo di primo grado che si è concluso ieri con le condanne per Donina, Zanotti e Fasano.