Anche i profughi al lavoro per aiutare i rospi

Sul lago d’Idro al lavoro per garantire il passaggio ai Bufo Bufo

I volontari

I volontari

Anfo (Brescia), 26 febbraio 2017 - Anche i richiedenti asilo saranno coinvolti nel progetto 2017 di salvataggio dei rospi Bufo Bufo del lago d’Idro, dove si registra una popolazione di almeno 10mila esemplari. «Ma i conteggi hanno riguardato sempre una fetta di territorio – spiega Vincenzo Ferri, ricercatore e promotore del «progetto rospi» già nel 1990 – per cui si può dire che la popolazione è almeno il doppio». I rospi Bufo Bufo, specie d’interesse regionale, sono messi a rischio dalle automobili: con censimenti su diverse strade della Lombardia, a fine anni ’80 si è stimata l’uccisione di più di un milione di esemplari adulti di anfibi.

I rospi infatti svernano sui monti e, in primavera, scendono per deporre le uova nelle acque del lago. Durante l’attraversamento (andata e ritorno), tuttavia, rischiano di essere travolti dai veicoli.

Il coinvolgimento della Regione ha permesso di coordinare progetti di salvataggio e monitoraggio in diversi laghi. Sulla sponda occidentale dell’Eridio, attraversata dalla strada comunale, le Gev della Val Sabbia da qualche anno sono impegnate a coordinare i volontari che si occupano di contare i rospi e di indirizzarli sani e salvi nelle acque del lago. I numeri sono poi comunicati al Centro studi sul lago di Endine, che si occupa del monitoraggio e fa da collettore dei dati che arrivano da diversi laghi (coinvolto nel Bresciano anche il Sebino). Per questo lavoro, le Gev cercano volontari tra persone già legate ad associazioni di stampo ambientalista ma non solo.

Gli iscritti sono già una trentina, ma l’auspicio è che altri diano una mano a salvare gli animali e proteggere la biodiversità. Gli interessati possono scrivere a bufobufoidro@gmail.com; si partirà quando inizieranno a scendere i primi Bufo Bufo, presumibilmente a marzo. Sono stati già coinvolti anche 8 richiedenti asilo, che hanno fatto una giornata di prova per la posa delle barriere. Resta il cruccio per la strage, difficile da fermare, sul lato orientale del lago, attraversato dalla statale, dove è difficile intervenire per questioni logistiche.