Ordine di bonificare "raggirato". Altra area avvelenata da metalli

Diffida a una cooperativa edile di Rodengo Saiano: intervenga subito

Una bonifica (Fotolive)

Una bonifica (Fotolive)

Rodengo Saiano, 21 novembre 2016 - Rame e piombo oltre i limiti, ma la ditta proprietaria dell’area non bonifica. È scattata la diffida della Provincia per la cooperativa Edilizia Panoramica, responsabile del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (csc) per i parametri di piombo e rame nel sito di sua proprietà in via Padana, a Rodengo Saiano. Un ennesimo caso di inquinamento del suolo nel Bresciano in cui emerge l’inerzia dei responsabili a riparare al danno. In base alla diffida, la cooperativa deve far pervenire a Broletto, Comune, Arpa, Ats, Regione specifica documentazione con le misure di prevenzione e messa in sicurezza di emergenza già adottate o da adottarsi, più il piano di caratterizzazioni già nelle prossime settimane. Tempi stretti per una vicenda che si trascina da troppo tempo. Era il gennaio 2015 quando il Comune emanava un’ ordinanza, indirizzata alla cooperativa edile, perché provvedesse alla rimozione, avvio e smaltimento e/o recupero dei rifiuti vari depositati nel sito, più eventuali interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino.

La Polizia Locale, a marzo, aveva verificato che l’intero lotto era stato ripulito in modo superficiale e che il materiale oggetto di ordinanza era stato asportato approssimativamente. A fronte, poi, dell’inerzia della proprietà, il Comune aveva fatto eseguire prelievo e analisi del terreno dove erano collocati i rifiuti, per verificare se ci fossero contaminazioni. Dai campioni è emerso il superamento di piombo (124 e 125 mg/kg a fronte di un valore di csc pari a 100) e rame (172 mg/kg a fronte di un valore soglia di 120). La cooperativa non si è presentata neanche al sopralluogo organizzato dal Comune, a luglio, proprio sulla base dei valori di contaminanti. E’ partito così l’iter per l’ordinanza di diffida della Provincia, senza che dalla cooperativa arrivassero osservazioni. Nei giorni scorsi, è scattata la diffida a presentare entro 30 giorni un Piano di caratterizzazione redatto da tecnico abilitato, necessario per poi progettare la bonifica. In caso di inottemperenza, l’intervento spetterà al Comune (se non dovesse provvedere il Municipio, toccherà alla Regione) che poi si rivarrà sui responsabili.