Reati fallimentari, i fratelli Medeghini restano in carcere

Ghost Cheese - questo il nome dell’inchiesta, ancora in corso - si è concentrata su ottanta imprese riconducibili a vario titolo al Gruppo Medeghini di cui 21 sono state dichiarate fallite tra il 2010 e il 2013 di Beatrice Raspa

La guardia di finanza arresta i fratelli Medeghini

La guardia di finanza arresta i fratelli Medeghini

Brescia, 17 luglio 2015 - Rimarranno in carcere Arturo e Severino Medeghini, i fratelli titolari dell'omonimo gruppo lattiero-caseario bresciano arrestati mercoledì dalla Finanza con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Il gip Cesare Bonamartini ha rigettato l'istanza di revoca di custodia in carcere con applicazione dei domiciliari avanzata dall'avvocato Piergiorgio Vittorini nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia.

I due si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Ghost Cheese - questo il nome dell’inchiesta, ancora in corso - si è concentrata su ottanta imprese riconducibili a vario titolo al Gruppo Medeghini di cui 21 sono state dichiarate fallite tra il 2010 e il 2013. Le Fiamme gialle contestano agli imprenditori dello storico caseificio un crac di 600 milioni. Tra gli indagati - venti in tutto - figura anche il padre, Giovanni Medeghini, nei cui confronti non sono state adottate misure cautelari per questioni di età.

Nei guai anche tre funzionari di banca sospettati di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale per aver trasformato le linee di credito prive di garanzie reali in altrettanti finanziamenti garantiti erogati a società del gruppo. L'autorità giudiziaria ha posto sotto sequestro preventivo 4 milioni e duecentomila euro dalla casse di due istituti di credito.