Basta alberghi, aumentano gli Sprar. Richiedenti asilo: si cambia metodo

Il 71% delle domande viene rigettato. Bordonali: "Agghiacciante"

Alcuni profughi

Alcuni profughi

Brescia, 24 ottobre 2016 - L'accoglienza nel Bresciano prova a cambiare volto. Se l’intenzione del ministero dell’Interno è di superare la concentrazione in alberghi con una gestione affidata a cooperative non sempre trasparenti, Brescia prova a rispondere: dai 3 progetti Sprar del precedente triennio si passa a 11, per una rete che coinvolge 29 enti locali e un totale di 280 posti. Ancora pochi, se si pensa che i richiedenti asilo nel bresciano sono ormai oltre 2.250 (tra ieri e oggi si attendono un centinaio di arrivi). Secondo i dati aggiornati al 7 ottobre della commissione che valuta le richieste, nel Bresciano il 71% dei 2.548 casi esaminati è stato rigettato, il 4% risulta irreperibile. «Dati agghiaccianti – commenta l’assessore regionale alla sicurezza Simona Bordonali - il governo proceda al rimpatrio di chi non ha diritto a rimanere». Negli Spar, oggi, ci sono sopratutto persone che già hanno avuto il riconoscimento. Ieri in Broletto l’incontro, alla presenza della consigliera Laura Parenza, per istituire un coordinamento con Provincia, Comuni, enti gestori, che possa favorire il confronto su best practice e criticità, ma anche convincere altri Comuni ad aderire agli Spar, più facilmente accettati anche dalle comunità di riferimento. «L’esperienza – spiega Antonio Trebreschi, sindaco di Collebeato – dimostra che questo è un modello vincente, mentre dove queste persone non sono adeguatamente seguite, poi si verificano episodi negativi». A Cellatica, ad esempio, gli ospiti sono stati impegnati in attività anche di volontariato sociale, partecipano alla vita dell’oratorio, vanno nelle scuole a portare la loro testimonianza. A Breno, sui 30 tirocini attivati, più del 10% è stato poi confermato nell’attività lavorativa. «Questo coordinamento – commenta Agostino Zanotti, Adl Zavidovici - è l’embrione di un processo che pensiamo possa espandersi sul territorio. E’ un sistema di accoglienza qualificato e trasparente».