Profughi, "la microaccoglienza ha fallito". Il prefetto apre ad aree per accampamento

La disposizione è incompatibile con l’emergenza. Ospiti a quota 1.200 di Federica Pacella

Profughi (foto di repertorio)

Profughi (foto di repertorio)

Brescia, 1 settembre 2015 - «I tempi della microaccoglienza non sono compatibili con quelli dell’emergenza. Per quanto sia un sostenitore, dovrò rendermi conto che la microaccoglienza segna il passo». Il prefetto Valerio Valenti parla così della questione profughi, che a Brescia sta diventando sempre più un’emergenza: gli arrivi continuano, ma i posti non ci sono. A oggi sono oltre 1.200 gli «ospiti» nella nostra provincia. «Dal mio insediamento, a giugno, sono stati 500». Con la manifestazione d’interesse scaduta a fine agosto sono stati recuperati 200 nuovi posti, già, però, polverizzati. Tra questi, anche i 20 di Collio, dove l’arrivo di 20 profughi venerdì scorso ha suscitato le proteste dei residenti. «Fa parte del cliché, perchè l’opinione pubblica è divisa tra contrari e non; la tendenza è quella sempre di radicalizzare le posizioni. Poi ci sono anche le formazioni politiche che su questo si innestano e misurano le loro forze, elemento di cui bisogna tenere conto».

Il prefetto di Brescia, Valerio Valenti (Fotolive)

L’albergo, per altro, chiuso da diverso tempo, è comunque a norma, come è risultato dalla documentazione presentata. Quanto alla raccolta firme partita tra i residenti di Collio, il prefetto ne prende atto, ma resta il fatto che i profughi da Collio non se ne andranno. Con 300 profughi a Bresso destinati a Brescia, arrivi giornalieri (20 gli arrivi di sabato), il problema è ora è di reperire più posti possibile. «Non vorrei ripetere l’errore di Monte Campione e penso che la microaccoglienza sia la soluzione più sostenibile – spiega Valenti – tuttavia va preso atto che non ci sono i tempi. Il secondo step sarà di far saltare i criteri dello Sprar, che fissano un rapporto tra residenti e profughi. Se ci sono disponibilità, alcuni comuni saranno sovraccaricati. In ultimo luogo, ci sono le soluzioni più precarie, come i moduli abitativi».

Insomma, avanza l’ipotesi delle tendopoli, anche se al prefetto il termine non piace. «Non tende, perchè devono esser strutture di un certo tipo, destinate a permanenze lunghe. Le caserme? Quelle attive non sono disponibili e quelle dismesse han bisogno di interventi significativi». Giovedì si aprirà comunque il nuovo bando. «Non mi aspetto grandi numeri. Continuiamo a cercare soluzioni anche fuori dai bandi». Alla riapertura del Tribunale, intenzione del Prefetto è di chiedere anche di dedicare un magistrato alla gestione dei ricorsi per quanti (il 56%) si vedono rigettata la domanda di asilo. Quanto all’annuncio di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ha promesso l’occupazione delle prefetture di Brescia e Bergamo, Valenti spiega: «Non ho niente da dire, penso che non sia la prima volta che ascoltiamo queste parole. Saremo qui, anche perché non abbiamo il tempo di andare altrove».