Brescia, è sotto minaccia degli strozzini: negato il porto d’armi

Il Tar rigetta il ricorso di un uomo di Lonato. Per i carabinieri "non risulta godere di buona stima in pubblico"

I carabinieri

I carabinieri

Brescia, 20 ottobre 2017 - «Risultano essere emersi elementi che denotano una situazione di precarietà che ben giustifica un giudizio sfavorevole all’uso corretto e responsabile delle armi sia nei confronti di terze persone, sia nei confronti dello stesso titolare della licenza, come rilevato nella relazione dai carabinieri». Così i giudici del Tar di Brescia motivano la decisione di respingere il ricorso di un bresciano del basso Garda a cui lo scorso aprile è stato negato dalla questura di Brescia il rilascio del porto d’armi ad uso caccia.

I carabinieri di Lonato nell’ottobre dello scorso anno avevano infatti segnalato che l’imprenditore tra il 2014 e il 2015 era rimasto vittima insieme di violenze e minacce da parte di alcuni soggetti a cui non era stato in grado di restituire completamente i circa 30mila che gli avevano prestato. Una vicenda che l’imprenditore aveva denunciato e per la quale i suoi strozzini sono stati condannati a vario titolo dal tribunale di Brescia. Proprio perché vittima di reato l’imprenditore bresciano si era opposto al rifiuto ritenendo illegittimo il giudizio di inaffidabilità osservato dalla questura.

Per i carabinieri di Lonato, che per due volte (a luglio e a ottobre 2016) hanno valutato l’imprenditore, l’uomo: «Non risulta godere di buona stima in pubblico» e a suo carico sono emerse denunce per calunnia e insolvenza fraudolenta. Per i giudici amministrativi la valutazione dei carabinieri è stata quindi sufficiente per rigettare il ricorso. Rifacendosi a precedenti sentenze, il Tar di Brescia, motivando la sua decisione, sottolinea che: «In materia di rilascio (o di revoca) del porto d’armi, l’autorità di pubblica sicurezza esercita un’ampia discrezionalità nel valutare l’affidabilità del soggetto di fare buon uso delle armi». Per il tribunale amministrativo quindi: «l’atto autorizzatorio può intervenire soltanto in presenza di condizioni di perfetta e completa sicurezza e a prevenzione dell’incolumità di terzi».