Pannolini riciclabili, idea di mamma diventa un’azienda

Creati e brevettati da una bresciana

IMPRENDITRICE DI SUCCESSO Valentina Steinmann con il figlio  più piccolo. A sinistra: uno dei pannolini che produce con la sua Culla di Teby

IMPRENDITRICE DI SUCCESSO Valentina Steinmann con il figlio più piccolo. A sinistra: uno dei pannolini che produce con la sua Culla di Teby

Brescia, 20 novembre 2017 - Pannolini lavabili di ultima generazione, amici dell’ambiente, della pelle del bambino e del portafoglio dei genitori. Se li è inventati una mamma di Brescia, Valentina Steinmann, che di necessità - trovare un prodotto in grado di rispondere alle sue esigenze e conciliare i tempi di lavoro e famiglia – ha fatto virtù. L’idea è diventata un brevetto, il brevetto un’azienda e lei, 38 anni e madre di due bimbi di 6 e 2 anni, oggi è un’imprenditrice. La sua Culla di Teby, questo il nome dell’impresa, produce pannolini riciclabili made in Italy, ecologici e certificati.

«Tutto è iniziato all’indomani della nascita del primo figlio. Lavoravo in una agenzia di comunicazione, volevo passare più tempo in famiglia ma facevo fatica – racconta – In più in quel periodo sperimentavo tutti i pannolini lavabili in commercio e non trovavo qualcosa di comodo e di qualità. C’erano solo prodotti americani o cinesi». Laureata in Storia dell’arte, in tasca un master di Marketing per l’impresa, a Valentina è venuto in mente che dopo l’università avrebbe voluto imparare a cucire. «Un sogno rimasto nel cassetto per molto tempo». L’occasione per incastrare i pezzi del puzzle della sua vita si è presentata con l’arrivo in casa di una macchina da cucire. «Ho iniziato a cucirmi da sola i pannolini e a fare ricerche sui tessuti. Il progetto mi prendeva sempre più. L’ho condiviso con altre mamme e ho visto che erano interessate. Insomma, ho capito che avrei potuto mettermi in proprio». Dopo i primi prototipi è arrivato il brevetto. È stato allora che Valentina ha lasciato il vecchio lavoro: «Per oltre un anno ho avuto un bel carico d’ansia. Mi servivano macchinari. Soprattutto mi serviva un’azienda che si occupasse della produzione. È stato difficile. La crisi aveva decimato il settore tessile, nessuno voleva investire su un’idea nuova. Io continuavo a bussare a destra e a manca. Finché un laboratorio artigianale in Brianza (a Camparada, ndr) mi ha dato fiducia». Oggi il progetto si è allargato, anche la mamma e il fratello di Valentina lavorano alla Culla di Teby, che confeziona pannolini con tessuti certificati Oeko tex, gli unici in Italia versatili e trasformabili a seconda delle necessità. Per le uscite o l’asilo esiste la variante usa e getta ecologica. Per il mare c’è il costumino da bagno. E presto arriverà la versione notturna, super assorbente.

La novità guadagna quote di mercato crescenti, soprattutto online. E va a ruba in Germania. Chi sceglie i lavabili (una volta sporchi si mettono in lavatrice dopo una sommaria pulizia sotto il rubinetto) scopre molti vantaggi. «Un bebè dalla nascita al vasino consuma 5-6mila pannolini usa e getta generando tonnellate di plastica degradabile in non meno di 500 anni – spiega Valentina – Con i riciclabili, composti da mutandina di cotone, un involucro impermeabile e traspirante con un inserto assorbente lavabile, fa del bene all’ambiente. Non solo. Risparmia in media 1.500 euro. Per l’intero periodo di utilizzo della vita del bimbo è sufficiente acquistare un kit completo (a 400 euro, ndr) con mutande e ricambi di varie taglie». E ancora, «la pelle del bambino, grazie ai tessuti privi di sostanze tossiche, è meno soggetta a irritazioni. E la percezione più chiara delle funzioni fisiologiche, che con i pannolini industriali è confusa, favorisce lo spannolinamento anticipato».