Palazzolo, vigile suicida: "Una tragedia su cui va fatta piena luce"

Oggi i funerali di Gian Marco Lorito, l’agente della Locale di Palazzolo che si è tolto la vita. I sindacati di categoria chiedono riposte

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Palazzolo sull'Oglio (Brescia), 6 febbraio 2020  - Il sindacato autonomo Lavoratori di Polizia Locale vuole chiarezza sul suicidio di Gian Marco Lorito, uccisosi nell’auto di servizio dopo che per giorni su social network e media si è parlato di lui perché ha posteggiato la vettura della polizia locale di Palazzolo sull’Oglio su un posto dedicato ai disabili nella città di Bergamo. Lorito, secondo una fonte confidenziale, in quel momento era in servizio. A denunciare quanto accaduto, lo scorso 25 gennaio, è stato Giovanni Manzoni presidente dell’associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili, che poi ha ricevuto le scuse scritte dell’agente e 100 euro in donazione.

Tutto è stato raccontato su internet, creando un tam-tam mediatico che forse ha contribuito alla tragica scelta di Lorito, che era un iscritto del sindacato e rappresentante dei lavoratori della locale di Palazzolo sull’Oglio. "Per noi è una tragedia perché abbiamo perso collega e un servitore delle istituzioni – ha spiegato il segretario del sindacato Sulpm-Sulpl Giovanni Novali – quello che pensiamo è che Gian Marco Lorito sia stato messo alla gogna mediatica. Come sindacato ci stiamo mobilitando per approfondire i fatti a difesa dell’agente e di tutta la categoria. Qualcuno potrebbe averlo sulla coscienza: sempre se ha una coscienza, viste le cattiverie scritte sui social. Auspichiamo che l’autorità giudiziaria faccia tutti gli accertamenti riferiti a questa vicenda".

Nel contempo, altre realtà associative si stanno muovendo non solo a tutela di Lorito e della sua memoria, ma della intera categoria. "Si può uccidere via internet? Sì. Il drammatico suicidio del collega che per errore ha posteggiato il veicolo di servizio su un posto disabili le cui foto sono state divulgate via web pone urgenti interrogativi che implicano molte riflessioni – spiega Massimo Cozzo, presidente provinciale Arsn -Vis Urbis (Associazione Professionale Polizia Locale d’Italia) – quali sofferenze psico fisiche può avere sofferto il collega vedendosi sul web, dove ha subito una vera e propria flagellazione mediatica? Essa non solo ha riguardato lui, ma le istituzioni che rappresenta e i valori in cui credeva, senza alcuno scampo e pietà. Si è sempre pronti a giudicare, perché la parola corre più velocemente del pensiero e della riflessione, che non dovrebbero mai mancare prima di aprire bocca. Prima di diffamare il comportamento di una persona serve sapere che cosa sia accaduto e osservare senza giudicare".

Silvia Mazzarella, portavoce e ideatrice di “Fuori da Coro“, che su Internet conta oltre 10mila iscritti tra agenti di polizia locale e parenti, ha sottolineato come quella degli ex vigili urbani sia una delle categorie meno protette, che più necessiterebbe di un sostegno. "Esaurimento emotivo, depersonalizzazione, difficoltà nello svolgere il lavoro: questi sono alcuni tra i problemi che più spesso possono avere gli agenti di polizia locale – ha spiegato Mazzarella – Spesso siamo sottoposti a un sovraccarico emozionale dovuto alla nostra professione e nessuno ci aiuta. Il supporto emotivo serve al momento giusto. Il ‘suicidio in uniforme’ è un problema che teniamo in grande conto. Esiste. Lo abbiamo visto nelle scorse ore. Non in tutti i suicidi si hanno le stesse situazioni, ma i sintomi premonitori sono spesso molto simili. Per questo i Municipi dovrebbero, mettere a disposizione un servizio psicologico oltre che istituire la figura del "pari": un agente che aiuta e capisce i colleghi". Oggi alle 15.30 a Criè, in provincia di Torino, sarà celebrato il funerale di Gian Marco Lorito.

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