"Ha violentato sua figlia". Padre orco condannato a 9 anni

Brescia, l'uomo si è difeso: "Soffro di impotenza, non potevo abusare di lei"

Violenza sui minori (Foto di archivio)

Violenza sui minori (Foto di archivio)

Brescia, 28 settembre2017 - Ha provato a difendersi in aula negando ogni addebito. "Non ho mai toccato mia figlia. Ho una disfunzione erettile dovuta a un grave incidente di lavoro e non potrei mai avere abusato di lei. Si è inventata tutto. Io e lei non andavamo d’accordo, voleva andarsene di casa perché non le andavano bene le regole che c’erano". Per il gup del tribunale di Brescia, Elena Stefana, invece il 47enne operaio moldavo per 10 anni ha costretto la figlia, oggi maggiorenne, a subire le sue attenzioni morbose e ieri al termine del lungo processo celebrato con il rito abbreviato (11 le udienze andate in scena nel corso dell’anno al termine delle quali la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a sei anni e 8 mesi) lo ha condannato a 9 anni di carcere più uno di misura di sicurezza a fine pena.

La ragazza aveva raccontato degli abusi quando due anni fa aveva lasciato la casa paterna. Si era rivolta prima a un consultorio e quindi alle forze dell’ordine spiegando quello che (i primi abusi sarebbero avvenuti in Moldavia quando la ragazza aveva 7 anni) il padre, un ex militare, le faceva.

"In Italia tutto è iniziato quando facevo le scuole medie ed è durato 8 anni fino a quando due anni fa sono fuggita da quell’incubo e dalla casa di famiglia decidendo di denunciarlo – ha ribadito in aula nel corso di una delle udienze la giovane a cui il giudice ha riconosciuto una provvisionale da 15mila euro - Mio padre entrava nel mio letto mentre dormivo e nonostante nella stessa stanza ci fosse mio fratello. Quindi consumava i rapporti dopo avere spesso assunto i medicinali che gli erano stati prescritti dopo l’incidente". L’uomo ha sempre negato sottolineando i suoi problemi fisici causati da un incidente di lavoro e certificati dalla relazione di un medico moldavo a cui però il gup evidentemente non ha dato peso.

Per il perito incaricato dal tribunale di capire se i problemi fisici del 47enne avrebbero potuto impedirgli di abusare della figlia invece è impossibile stabilire se la disfunzione sia precedente all’inizio delle violenze sessuali denunciate. "Il 47enne è affetto da impotenza – scrive nelle conclusioni il perito – Ma non ci sono le basi scientifiche per potere affermare o escludere che abbia sofferto di deficit erettivo dai periodi da lui dichiarati". Per il gup tanto è bastato per condannarlo a 9 anni di carcere facendolo decadere tra le altre cose dalla patria potestà.