Omicidio a Provaglio d'Iseo, la difesa: ferita alla testa non determinante per morte

Resta in carcere Elio Cadei, l’uomo di 46 anni ritenuto il responsabile della morte di Simona Simonini, la convivente di 42 anni, deceduta tra domenica sera e lunedì mattina di PAOLO CITTADINI

I carabinieri intervenuti sul posto hanno trovato la donna supina, posizione compatibile con l’aggressione (Fotolive)

I carabinieri intervenuti sul posto hanno trovato la donna supina, posizione compatibile con l’aggressione (Fotolive)

Brescia, 19 novembre 2015 - Resta in carcere Elio Cadei, l’uomo di 46 anni ritenuto il responsabile della morte di Simona Simonini, la convivente di 42 anni, uccisa a calci e pugni tra domenica sera e lunedì mattina. Il gip Lorenzo Benini oltre alla brutalità dell’aggressione ha tenuto conto anche della possibilità che Cadei possa reiterare il reato magari contro qualche familiare della vittima. Il giudice, pur disponendo la misura della della custodia cautelare in carcere, non ha convalidato il fermo nei confronti dell’uomo. Cadei ieri mattina è stato interrogato nel carcere di Canton Mombello dove è detenuto da lunedì. Al pm Lara Ghirardi e al gip Lorenzo Benini ha ribadito quanto ha detto lunedì ai carabinieri chiamati a intervenire proprio dall’uomo che all’arrivo dei militari si era preparato, con abiti di ricambio e denaro contante, per essere condotto in carcere. «Non mi ricordo nulla – ha detto –. Abbiamo assunto alcol e psicofarmaci e quando mi sono svegliato Simona era già morta».

Solo gli esami tossicologici potranno chiarire questo aspetto. Rilievi che allungheranno i tempi per la concessione del nulla osta necessario per poter riconsegnare ai familiari il corpo di Simona Simonini e celebrare il funerale. «Potrebbe infatti essere stato questo cocktail di alcolici e sostanze ad avere causato il decesso – osserva l’avvocato Gianfranco Abate, legale di Elio Cadei –. Il nostro consulente che ha preso parte all’autopsia mi ha infatti detto che c’è una ferita notevole al cranio, ma che questa non avrebbe causato il decesso. Per noi non ci sono elementi che al momento provino l’omicidio volontario».

Per il giudice sarebbero invece le violente percosse inflitte dall’uomo – che per la forza dei calci si sarebbe fatto male al piede destro – ad avere causato la morte della donna. La posizione supina in cui è stata trovata Simona Simonini, con indosso solo una maglietta, e i tanti lividi sul corpo e sul volto escluderebbero infatti una caduta. Il rapporto amoroso tra Simona e Cadei era «malato». A Provaglio tutti ne erano a conoscenza e in molti si aspettavano il tragico epilogo di lunedì. Nella casa di via Regina Elena le urla e le liti violente erano continue. Nel 2010 Simona aveva accoltellato il suo uomo che più volte le aveva alzato le mani. Simona aveva denunciato Cadei ma in tutte le occasioni aveva deciso di ritrattare.