Omicidio di Palazzolo sull'Oglio, trovata l'auto del compagno fuggiasco

Sembrerebbero sempre più schiaccianti le prove contro il tunisino sospettato dell'assassinio di Daniela Bani, uccisa barbaramente lo scorso 22 settembre

Via Mologno 45, nel riquadro il tunisino Chaanbi Mootaz

Via Mologno 45, nel riquadro il tunisino Chaanbi Mootaz

Palazzolo sull'Oglio (Brescia), 7 ottobre 2014 - Due importanti novità nell’indagine sull’omicidio di Daniela Bani, la donna trovata barbaramente uccisa a Palazzolo sull’Oglio il 22 settembre scorso. La prima. Il Gip del tribunale di Brescia, in base alle risultanze investigative dei carabinieri e su richiesta del pm titolare dell’indagine Caty Bressanelli, ha emesso un ordine di cattura internazionale nei confronti del di lei compagno, il tunisino di 37 anni Chaambi Mootaz. Per l’accusa, dunque, sarebbe stato lui a massacrare la 30enne con almeno venti coltellate: «Ha agito con una violenza inaudita», commentarono a caldo gli inquirenti dopo la ricognizione. Una telefonata nel tardo dell’indiziato al cognato ha fatto sì che il cadavere venisse scoperto: «Ho ucciso tua sorella. Vai nella nostra casa, ma non portare con te i bambini», avrebbe detto.

Così i carabinieri si sono portati nell’appartamento in via Malogno al civico 45 e hanno trovato il corpo massacrato di Daniela in camera da letto. Il presunto omicida avrebbe agito la mattina e durante il tragico gesto il figlio più grande della coppia (otto anni. L’altro ne ha quattro) potrebbe essere stato in casa. Dopo quella macabra telefonata l’uomo è diventato irreperibile. Le sue tracce portano gli investigatori ad affermare con certezza che questi abbia preso un volo per il suo paese natio.

La seconda novità riguarda proprio questo aspetto. Solamente ieri i carabinieri hanno ritrovato la vettura di quello che a tutti gli effetti è un fuggitivo. L’auto, una Ford Focus, è stata ritrovata parcheggiata presso una struttura “lunga sosta” nei pressi dell’aeroporto internazionale Caravaggio di Bergamo. Messa sotto sequestro: sarà oggetto di un’approfondita analisi scientifica al fine di trovare ulteriori indizi a suffragio dell’accusa. Ciò che resta ancora nebuloso è il movente: i vicini hanno raccontato di una coppia altamente litigiosa, ma pare che la vittima non avesse avviato pratiche per la separazione nonostante fossero stati pressanti gli inviti dei familiari della donna affinché lasciasse quell’uomo definito violento e già gravato da precedenti.

luca.deglinnocenti@ilgiorno.net