Giallo di Marcheno, la famiglia di Giuseppe: "Ora abbiamo le prove, non si è ucciso"

Marcheno, perizia dei familiari dell’operaio trovato morto

Giuseppe Ghirardini

Giuseppe Ghirardini

Marcheno, 3 settembre 2016 - Le sorelle di Giuseppe Ghirardini ne sono sempre state sicure: l’operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno scomparso il 14 ottobre dello scorso anno (una settimana dopo che il suo titolare Mario Bozzoli era svanito nel nulla) e ritrovato morto avvelenato con il cianuro il 18 ottobre, non si è ucciso. «Beppe non si sarebbe mai tolto la vita – hanno detto da subito – Soprattutto non si sarebbe mai avvelenato». Ora l’ipotesi dei familiari avrebbe delle certezze: «Abbiamo le prove – spiega Roberto Stefana, amico di Giuseppe e portavoce delle sorelle – che Beppe non si è ammazzato, ma è stato costretto a togliersi la vita con il cianuro. Una certezza che arriva dall’analisi di un nostro consulente ». Un medico legale incaricato dai Ghirardini ha analizzato l’autopsia svolta sul corpo dell’operaio trovato cadavere a Case di Viso, vicino a Ponte di Legno, tra gli ultimi a vedere la sera dell’8 ottobre Mario Bozzoli ancora in vita. «Di più non possiamo dire – aggiunge il portavoce delle sorelle Ghirardini, assistite dagli avvocati Maria Costanza Rossi di Brescia e Sebastiano Lorenzo Sartori, del foro di Milano – Lunedì il consulente terminerà il lavoro e poi incontreremo il pm Alberto Rossi per presentargli le sue conclusioni, che per noi rappresentano una svolta nell’inchiesta». Non ci sarà alcuna richiesta di riesumazione del cadavere dell’operaio: «Le prove che abbiamo sono sufficienti. Se poi la Procura decidesse di chiudere le indagini, siamo pronti a dare battaglia». 

Se per Ghirardini potrebbero esserci novità e una proroga nell’inchiesta prossima alla chiusura, così non è per la scomparsa di Mario Bozzoli. Per gli inquirenti l’imprenditore non è mai uscito dalla sua azienda. Lì sarebbe stato ucciso e il suo corpo fatto scomparire. I due operai Oscar Maggi e Aboagye Akwasi e i due nipoti di Mario Bozzoli, Alex e Giacomo, figli di Adelio Bozzoli, sono indagati per omicidio in concorso e distruzione di cadavere, si sono sempre dichiarati innocenti e al momento non ci sono prove decisive contro di loro. «Fino a quando uno non crollerà vinto dal rimorso – si lascia scappare una fonte anonima tra gli inquirenti – sarà dura arrivare a una svolta. Potrebbero servire anni».