Giallo di Marcheno, operaio morto avvelenato. Chiesti nuovi esami a caccia del narcotico

La verità sulla fine di Giuseppe Ghirardini potrebbe essere la chiave di volta per risolvere il doppio enigma della fonderia Bozzoli

Giuseppe Ghirardini con i suoi segugi

Giuseppe Ghirardini con i suoi segugi

Marcheno, 14 ottobre 2016 - Giuseppe Ghirardini è stato narcotizzato. Lo hanno neutralizzato somministrandogli una delle cosiddette droghe dello stupro, che annullano volontà e memoria lasciandolo il balìa di chi gli ha fatto assumere il cianuro. Le quattro sorelle dell’operaio della Bozzoli di Marcheno e i loro legali ribadiscono un sospetto sempre più simile a certezza. L’avvocato Maria Costanza Rossi, che assiste le sorelle con l’avvocato Sebastiano Lorenzo Sartori, ha depositato in procura a Brescia un’istanza di approfondimento dell’esame tossicologico. Vengono indicate alcune tipologie di droghe e si chiede di analizzare i tessuti degli organi del morto per rintracciare una loro eventuale traccia. Una mossa importante che non viene effettuata in astratto ma sulla base delle osservazioni del consulente tossicologo nominato dalla famiglia. Un’operazione difficile perché le tracce di questi stupefacenti scompaiono rapidamente. Una prima istanza era già stata avanzata al pm Alberto Rossi a marzo perché si facessero analisi alla ricerca di sostanze anestetizzanti, ipnoinducenti, droganti.

Un anno fa. È la mattina del 14 ottobre, quando Giuseppe Ghirardini si allontana in auto dalla sua abitazione nella frazione Aleno di Marcheno. È un dipendente di lungo corso della Bozzoli. La sera di giovedì 8 ottobre Mario Bozzoli, titolare dell’azienda con il fratello Adelio, è scomparso. Nella serata di martedì 13 sono stati apposti i sigilli alla fonderia. Nella mattinata del 14 il comportamento di Ghirardini è assolutamente normale: prepara l’occorrente per la caccia, abituale appuntamento del mercoledì. Cerca i compagni di battuta e decidono di rinunciare per la pioggia. Nel pomeriggio i carabinieri vorrebbero ascoltare l’operaio, come altri, sulla scomparsa di Bozzoli. Ghirardini viene ritrovato morto nei boschi a Case di Viso, sopra Ponte di Legno. Accanto al corpo i frammenti di una capsula di cianuro. L’autopsia ne scoprirà un’altra, integra, nello stomaco. Il cellulare dell’uomo è sparito. I cani “molecolari” non fiutano le sue tracce nei 4 chilometri da dove abbandona l’auto al luogo in cui si trovava il cadavere. Gli esami del Ris di Parma hanno escluso tracce che riportassero a Mario Bozzoli nei due forni in attività e fra i materiali lavorati la sera della scomparsa dell’imprenditore: la verità sulla fine di Giuseppe Ghirardini potrebbe essere la chiave di volta per risolvere il doppio enigma.