Manolo, no all'esame del Dna: verso la chiusura del fascicolo

La Procura non pare intenzionata a riesumare il corpo dell'autore della strage di Torchiera di Pontevico del 1990

Manolo è morto nel 2014

Manolo è morto nel 2014

Brescia, 28 marzo 2017 – Guido Viscardi,  unico superstite della strage di Torchiera di Pontevico della notte di Ferragosto del 1990, non appena ha saputo del ritrovamento del luogo di sepoltura di Ljubisa Vrbanovic, detto Manolo, ha chiesto subito l’esame del Dna confrontando i resti del bandito serbo con quelli dei parenti ancora in vita, un fratello detenuto e la figlia naturale che nei giorni scorso ha raccontato a un giornale locale di sapere dove il padre era stato inumato. La sua richiesta rischia però di non essere esaudita. Per il momento la Procura generale di Brescia non sarebbe infatti intenzionata a chiedere che venga riesumato il corpo del serbo responsabile insieme a un cugino (morto in uno scontro a fuoco) dell’omicidio nel corso di una rapina in villa i coniugi Viscardi, Giuliano e Agnese di 58 e 53 anni, e di due loro figli, Luciano e Maria Francesca di 28 e 23 anni. Manolo è morto nel marzo del 2014 per un tumore al polmone nell’infermeria del carcere di Belgrado dove due mesi prima era stato trasferito da quello di Pozarevac.

Per quel quadruplice omicidio Manolo è stato condannato alla pena di morte in Serbia, pena poi trasformata in 40 anni di carcere che il bandito serbo stava scontando. Pur comprendendo il desiderio dell’unico sopravvissuto alla strage negli uffici della Procura generale, dove si è scoperto che Manolo avrebbe un altro fratello latitante da tempo e coinvolto con lui in una serie di rapine in villa, non sembrano per il momento trovare quale possa essere la finalità di un esame di questo tipo per il quale andrebbe chiesta l’autorizzazione attraverso rogatoria alle autorità serbe. Un impulso all’esumazione del cadavere di Manolo dal cimitero serbo di Ilicevo, una frazione del comune di Kragujevac nella Serbia centrale, potrebbe però arrivare dalla Procura di Brescia. Il 17 maggio è in calendario una nuova udienza del processo italiano per la strage di Torchiera di Pontevico.

Il pm  Mauro Leo Tenaglia potrebbe chiedere che il Tribunale attraverso rogatoria contatti le autorità serbe per far recuperare i resti di Vrbanovic e confrontarli con quelli dei parenti presenti in Italia. La possibilità c’è, ma sembra per il momento difficile da praticare. Il Tribunale di Brescia sembrerebbe invece più propenso a chiedere che l’intero procedimento penale venga chiuso vista la morte dell’unico imputato confermata non solo dai documenti arrivati nei mesi scorsi dalla Serbia ma pure dal ritrovamento del luogo della sua sepoltura.