Montichiari (Brescia), 23 genanio 2017 - Dà in escandescenza, inveisce contro la madre e la minaccia di morte, danneggiando una tapparella dell’abitazione e mettendo a soqquadro il soggiorno. Un ragazzo di 18 anni è finito nei guai dopo la richiesta d'aiuto della donna alle forze dell'ordine. All'origine della furia del ragazzo ci sarebbe il rifiuto della madre di acquistare per lui un nuovo iPhone 7. La donna ha cercato di spiegare al figlio che le condizioni economiche della famiglia non consentivano una simile spesa ma a nulla è servito per farlo ragionare. Il 18enne si è infuriato e ha iniziato a devastare la casa.
In pochissimi minuti sul posto è intervenuta la Polizia Locale che ha bloccato il giovane, che nonostante la presenza degli agenti, ha continuato a inveire ancora nei confronti della madre, spintonandola. Le indagini condotte hanno permesso di accertare una condotta violenta abituale da parte del 18 enne. Tutto è iniziato nel corso del 2011, quando lo stesso era minorenne, con violenze, sia a livello psicologico che a livello fisico, nei confronti del padre e della madre. In particolare, quest’ultima, nel corso dell’anno 2016, a seguito di violenze fisiche subite, era stata costretta a farsi medicare presso una struttura ospedaliera.
Il ragazzo è stato arrestato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e danneggiamento aggravato. La contestazione del reato di danneggiamento aggravato era dettata dal fatto che il 18 enne, durante la sua permanenza presso la Camera di Sicurezza del Comando Polizia Locale, è andato nuovamente in escandescenza, danneggiando, con pugni, il vetro antisfondamento della porta d’ingresso. L’arresto del 18 enne, già gravato da vari precedenti penali accumulati da minorenne, è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Brescia e nei suoi confronti veniva applicata la misura cautelare della custodia in carcere.
"Deve essere sottolineata la difficoltà - spiegano dalla Polizia - di una madre nello sporgere denuncia nei confronti del proprio figlio, particolare che, a volte, solo l’esasperazione e la percezione nel temere per la propria incolumità riescono a far trovare il coraggio e la forza di rivolgersi alle Forze dell’Ordine per denunciare questi fatti violenti".