Latte con aflatossine, chieste altre 2 condanne

Una maxi inchiesta: centinaia gli indagati dopo la scoperta in diverse tonnellate di latte di un valore oltre i limiti di inquinanti

Le analisi sul latte

Le analisi sul latte

Brescia, 29 giugno 2017 - Per l'accusa in quattro occasioni, tra il novembre del 2015 e il gennaio del 2016, hanno ceduto circa 2.600 litri di latte di mucca in cui il valore di aflatossine era superiore al livello massimo di 0,05 mg per chilo consentito dalla normativa europea. Per due allevatori della Bassa Bresciana il pm Ambrogio Cassiani nel corso del processo che si sta celebrando in abbreviato ha chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione. Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari il reato contestato ai due allevatori finiti al centro della maxi inchiesta della Procura di Brescia, un centinaio gli indagati, sul latte destinato alla trasformazione contaminato dalle aflatossine, muffe cancerogene provocate da un fungo che quando il clima è troppo umido si sviluppa nel mangime per le vacche. A processo è finita anche la figlia di uno dei due allevatori con l’accusa di false informazioni al pm: avrebbe infatti detto al magistrato titolare dell’inchiesta che il prodotto contaminato non era latte di massa (destinato alla vendita), ma latte che doveva finire nei laboratori accreditati per eseguire esami sulla qualità del prodotto.

Il latte contaminato prodotto dai due allevatori in effetti, secondo la ricostruzione fatta dalla pubblica accusa, sarebbe finito nei laboratori dell’istituto Zooprofilattico di Brescia per essere analizzato e lì sarebbe emersa la positività alle aflatossine. Il risultato non sarebbe però stato trasmesso né all’Ats di Brescia, né alla Parmalat l’azienda a cui era destinato il latte e che nel processo si è costituita parte civile insieme ad Adiconsum e Legambiente. Il gup Giovanni Pagliuca ha aggiornato l’udienza al 4 ottobre per la sentenza.

Quella nei confronti dei due allevatori della Bassa non è stata l’unica udienza celebrata ieri mattina sul caso aflatossine. Altri due imprenditori si sono trovati davanti al gip: uno ha scelto la strada dell’abbreviato, l’altro è stato rinviato a giudizio. In entrambi i casi se ne riparlerà il prossimo autunno. A oggi, sono due i processi che si sono conclusi. Lo scorso novembre il titolare di un caseificio accusato di avere trattato oltre 1.200 quintali di latte contaminato ha patteggiato 1 anno e 8 mesi. Solo pochi giorni fa, invece, condanna per due produttori al pagamento di una multa da 4mila euro ciascuno (più 2mila euro per le parti civili) derubricando il reato di adulterazione e contaminazione in una sanzione per la detenzione finalizzata al commercio di alimenti con sostanze nocive.