Latte "contaminato", via ai processi

Produttore di Leno sentito in aula Ammesso Consorzio Grana Padano e Adiconsum fra le parti civili. "Prodotto mai arrivato sulle tavole"

Un'immagine di repertorio di lavorazione del latte (Newpress)

Un'immagine di repertorio di lavorazione del latte (Newpress)

Brescia, 20 settembre 2016 - Si è aperta nei giorni scorsi l’udienza preliminare per uno dei produttori finito al centro dell’inchiesta della Procura di Brescia: parliamo del processo per la presenza di aflatossine oltre i limiti di legge nel latte destinato alla produzione di formaggio (le aflatossine sono sostanze prodotte dal metabolismo di alcuni funghi, e ritenute cancerogene, che si sviluppano su vegetali come i cereali e le granaglie che finiscono nell’alimentazione delle vacche e quindi nel loro latte). Davanti al gup Carlo Bianchetti e al pm titolare dell’inchiesta Ambrogio Cassiani è comparso un produttore di Leno finito nel registro degli indagati con l’accusa di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari per avere conferito latte in cui la presenza di aflatossine era superiore quasi del doppio rispetto a quella stabilita dalla legge, 0,05 microgrammi al litro. Nel corso della prima udienza, durata poco più di 30 minuti, si sono costituite parte civile il Consorzio Tutela Grana Padano, Legambiente e Adiconsum. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 29 settembre quando in aula verrà sentito anche l’imprenditore.

«Sulle tavole dei consumatori non possono finire alimenti pericolosi – spiega Giuseppe Vilardi, responsabile Adiconsum Brescia – Per questo attraverso il nostro legale, avvocato Vittorio Arena, abbiamo deciso di costituirci parte civile e così avverrà anche nel corso degli altri procedimenti». Complessivamente nell’inchiesta sul latte contaminato dalle aflatossine sono un centinaio circa le persone, produttori e rappresentati di aziende casearie, iscritte nel registro degli indagati. Oltre all’adulterazione e contraffazione l’inchiesta condotta dalla Procura di Brescia con la collaborazione del Nas dei carabinieri ha fatto emergere circa 300 analisi fuori norma, molte di queste eseguite in regime privatistico dall’istituto zooprofilattico, non segnalate alle autorità sanitarie.

Il latte «contaminato», in un caso i valori di aflatossine superavano il livello imposto dalla legge di almeno 160 volte, veniva poi diluito con latte buono e quindi immesso nel circuito della trasformazione. Una decina le udienze preliminari già messe in calendario e nel corso delle quali il giudice di turno dovrà decidere di volta in volta se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio o eventualmente archiviare le posizioni di quanti nei mesi scorsi sono finiti nel registro degli indagati