Dopo Floating Piers Beretta brinda ai 100 anni di Isola San Paolo

Un secolo fa la famiglia dei noti industriali bresciani diventava proprietaria dell’isola sul lago d’Iseo, perno attorno a cui ha ruotato l’evento artistico The floating Piers di Christo

Isola San Paolo, al centro dell'evento Floating Piers

Isola San Paolo, al centro dell'evento Floating Piers

Brescia, 10 luglio 2016 - Cento anni fa oggi. Era un lunedì, allora, quando alla Conservatoria di Brescia viene depositato un atto speciale: l’acquisto dell’isola di San Paolo sul lago di Iseo da parte della famiglia Beretta. Non un’isola qualunque, tanto per la sua storia quanto per il suo presente. Partiamo dall’anno 1091 quando due famiglie (una longobarda, una franca) donarono l’area ai monaci di Cluny: una cessione del tutto interessata all’acquisizione di prestigio e potere politico, nonché di lavaggio di peccati. I religiosi vi istituirono un priorato. Poi ci furono diverse altre vendite, fino all’ultima di 100 anni fa.  Con un immaginifico volo di quasi mille anni arriviamo al presente. A quell’isolotto che è stato circondato, carezzato e reso accessibile camminando sull’acqua grazie al visionario genio artistico di Christo con il suo The Floating Piers. Il mondo ha celebrato quel pezzullo di terra grazie alle foto di un evento di caratura mondiale. Ma, ora che sul lago di Iseo tutto sta tornando all’originaria normalità e tranquillità, c’è qualcosa di intimo da festeggiare per la famiglia che ha permesso che l’artista bulgaro americano venisse dalle nostre parti: 100 anni di proprietà. A cedere il bene fu Basilio Cittadini di Pilzone d’Iseo, un giornalista molto noto all’epoca. Fu lui a smantellare definitivamente il convento erigendo una villa sontuosa che, per anni, divenne punto di incontro di scienziati, diplomatici e artisti. Cittadini donò un periodo di grande fulgore a San Paolo, ma poi decise di vendere quando i suoi interessi si erano tutti concentrati in Argentina.  Il prezzo pagato dal Cavalier Pietro Beretta fu 13mila lire. Tutto riportato in un documento manoscritto di quattro pagine più tre di allegato. L’incarico di restauro venne affidato all’architetto bresciano Egidio Dabbeni, padre dell’hotel Vittoria di Brescia, nonché dello stadio di Bordeaux nel 1933, il primo con le tribune interamente coperte.

Franco Gussalli Beretta, con sua moglie Umberta Gnutti, sono ora i custodi di questa preziosa gemma ricca di storia e di natura. Presidente e Ceo della omonima fabbrica di armi, il dottor Franco (come lo chiamano in azienda) ricorda: «Giugno è stato un mese importante per il lago di Iseo e per la Franciacorta. La mia famiglia ha un attaccamento particolare a questi territori a cui sono legati molti ricordi di infanzia. Da una parte – spiega – l’isolotto di San Paolo che il bisnonno Pietro scelse cento anni fa come luogo di villeggiatura, dall’altra la Franciacorta dove il nonno Franco Gussalli si dedicava alla campagna. In quelle campagne dove mio padre Ugo e mia madre Monique hanno dato vita all’attività vitivinicola de Lo Spaviere».  Ed è proprio grazie a una bottiglia di vino Franciacorta Satèn che il centenario viene celebrato: serie limitata e non in vendita impreziosita da una speciale etichetta in metallo con il bassorilievo della dimora di famiglia attorniata dal parco ultra secolare. «Poter celebrare in questo modo l’anniversario – conclude Franco Gussalli Beretta – ci è sembrato il modo migliore per suggellare l’evento e la nostra attenzione e amore per questi luoghi. Vederli oggi al centro di una meravigliosa opera d’arte, come quella di Christo, è stata un’esperienza incredibile. Mi ritengo estremamente fortunato».