Irma, l’unica bottega in paese: "Se ce ne andiamo noi, qui non c’è più nulla"

Da ex-impiegati, rimasti senza lavoro negli anni della crisi, Romer e Valeria hanno cambiato completamente vita, con una scommessa non facile da vincere

Valeria Balia e Romer Porteri (Fotolive)

Valeria Balia e Romer Porteri (Fotolive)

Irma (Brescia), 25 settembre 2016 - Il caffè è pronto sul bancone di legno chiaro. «Se ce ne andiamo noi, qui non c’è più nulla». Romer Porteri e Valeria Balia sono i gestori di “Irma la dolce”, bar-ristorante di Irma, unica attività commerciale presente nel più piccolo paese del bresciano, arroccato sui monti della Val Trompia, tra i meno popolati d’Italia. Non c’è fornaio, edicola, niente farmacia e dei tabacchi è rimasta solo qualche vecchia insegna sulle abitazioni. Il caso li ha fatti imbattere, nel 2012, in una notizia: a Irma (loro vivono poco distante, a Bovegno), il Comune cercava da tempo di affittare il locale, di sua proprietà. Ma il bando era andato deserto diverse volte. «Ovviamente la nostra offerta era l’unica», ricorda Valeria, originaria del Sulcis. Da ex-impiegati, rimasti senza lavoro negli anni della crisi, Romer e Valeria hanno cambiato completamente vita, con una scommessa non facile da vincere. Dopo quattro anni, però, sono contenti della scelta che hanno fatto. Con una proposta particolare, che si differenziasse dai vicini agriturismi, hanno portato i piatti sardi nella profonda valle bresciana: la passione per la cucina di Valeria e la cordialità di Romer hanno conquistato clienti, che arrivano soprattutto da Brescia e hinterland. Pochi, invece, quelli di Irma. Inzialmente hanno provato a vendere anche giornali, pane fresco e beni di prima necessità. «Ma non ha funzionato – spiega Romer – Ci sarebbe anche la possibilità di aprire un mini-market qui accanto, ma non ci proviamo neanche». Al 31 dicembre 2015, gli abitanti del paese erano 132, ma c’è chi, pur avendo lì la residenza, vive ormai altrove: d’inverno, si conta una sessantina di persone. Il picco si è toccato a inizio ‘900, quando c’erano 350 residenti; poi è iniziato il declino. Tra gli abitanti attuali ci sono una decina di bambini. Molti gli anziani, che al bar o al ristorante, però, ci vanno pochissimo. Ovviamente gestire un ristorante e bar in un luogo così ha le sue difficoltà. Tanto per dirne una, le materie prime vanno acquistate a qualche chilometro di distanza, col rischio di riempire il magazzino e di non aver, però, clienti. «E’ un problema che abbiamo risolto chiedendo la prenotazione», spiega Romer. Lato positivo è, invece, l’avere tempo libero da dedicare alla famiglia durante la settimana, quando Irma è il regno del silenzio e tener aperto il locale sarebbe inutile, soprattutto d’inverno. «D’estate va un po’ meglio - racconta Romer - perché c’è chi torna per le vacanze. I posti sono bellissimi, ma questo non basta e molti iniziano a scappare anche nei mesi estivi. Per quanto ci riguarda, comunque, siamo contenti della scelta che abbiamo fatto».