Sale Marasino, il Comune si scaglia contro l'accordo Italia-Canada

E' battaglia sul tema tra le associazioni degli agricoltori e i consorzi dei produttori

5) Moggio Profumi e Sapori d’autunno

5) Moggio Profumi e Sapori d’autunno

Sale Marasino (Brescia), 6 luglio 2017 - Il Comune di Sale Marasino dice no all'accordo CETA, che favorisce gli scambi commerciali tra Italia e Canada, facilitando le vendite di prodotti gastronomici di derivazione agricola nei rispettivi paesi. Due giorni fa, in linea con Coldiretti e con gli agricoltori bresciani, la Giunta comunale del paese del lago d'Iseo ha approvato una delibera di Giunta tramite cui comunicherà al Governo che vorrebbe che sul suolo italiano fosse data la priorità ai prodotti del Belpaese. "Tutelare i nostri agricoltori è di importanza capitale - spiega il sindaco Marisa Zanotti - non solo per proteggerne gli interessi economici, ma anche e soprattutto per preservare quanto più possibile i consumatori. Faccio solo un esempio: in Canada vengono usati prodotti che nella nostra nazione sono proibiti da anni".

Diversa è la posizione di alcuni consorzi e associazioni di categoria: tra cui Confragricoltura e Consorzio del Grana Padano di Desenzano del Garda. "Valutiamo positivamente un accordo che, sia nel metodo, sia nell’effetto finale, offre importanti possibilità di sviluppo per realtà produttive come le nostre - rimarca Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio per la tutela del Grana Padano - L’accordo, seppur frutto di evidenti compromessi, apre numerose e interessanti prospettive di aumento del nostro export". Delo stesso parere è Confagricoltura. “Salutiamo con grande favore un accordo commerciale come il CETA – spiega il presidente del sodalizio Francesco Martinoni - che spalanca delle reali opportunità alle aziende italiane che operano nel settore agroalimentare”. Coldiretti, invece, si schiera contro i consorzi "E' squallido leggere dichiarazioni contrarie al buon senso – sottolinea Ettore Prandini, direttore di Coldiretti Lombardia e vicepresidente nazionale - e soprattutto agli interessi dei produttori che si dovrebbe difendere”.