Morta in gravidanza agli Spedali Civili. "Processare i due medici"

Morte di Giovanna Lazzari e della bimba che aveva in grembo il 31 dicembre: la Procura chiede rinvio a giudizio per omicidio colposo e procurato aborto

Giovanna Lazzari

Giovanna Lazzari

Brescia, 12 novembre 2016 - E' arrivata anche la richiesta di rinvio a giudizio per i due medici dell’ospedale Civile di Brescia iscritti nelle scorse settimane nel registro degli indagati per la morte di di Giovanna Lazzari, la 30enne deceduta il 31 dicembre all’ospedale Civile di Brescia, poche ore dopo la morte della bambina che portava in grembo e che avrebbe dovuto nascere quindici giorni dopo. È in calendario per il prossimo 5 dicembre l’udienza preliminare nei confronti dei due medici, il 44enne ginecologo di fiducia della donna e una ostetrica 37 anni, e in quella occasione il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio i due indagati o proscioglierli. Omicidio colposo e procurato aborto sono i reati contestati dalla Procura di Brescia ai due medici. Giovanna Lazzari, madre di altri due bambini, è morta per avere contratto con ogni probabilità fuori dal Civile il batterio dello streptococco. Per i magistrati bresciani i due medici del principale nosocomio cittadino avrebbero sottovalutato la situazione.

«Non hanno nemmeno preso in considerazione, già all’ingresso della paziente al pronto soccorso ostetrico-ginecologico avvenuto poco dopo le 21 del 30 dicembre i sintomi indicativi di un quadro clinico di sepsi – scrivevano nell’avviso di chiusura indagini i titolari dell’inchiesta, il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e il procuratore aggiunto Carlo Nocerino – In più non hanno allargato il loro ragionamento clinico nonostante verso le 22.30 fossero manifesti tutti i sintomi di una sepsi batterica severa o di uno choc settico trascurando il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il riconoscimento precoce e la gestione dell’infezione».

I due medici avrebbero operato con imperizia e negligenza provocando la morte del feto e quello della madre che meno di un mese dopo avrebbe dovuto partorire: «Hanno liquidato la situazione come una banale febbre dovuta a una gastroenterite – evidenziano dalla Procura alla luce della relazione sull’autopsia eseguita nei giorni successivi al decesso di Giovanna Lazzari - La loro negligenza si è poi palesata quando entrambi hanno affidato tutta l’attività di monitoraggio a una specializzanda e a una ostetrica con poco più di un anno di esperienza». Per la Procura, almeno Giovanna Lazzari poteva essere salvata se solo fosse stata prestata maggiore attenzione. «Nonostante la diagnosi di morte uterina del feto entrambi i medici hanno omesso di adottare congrui provvedimenti per tentare di salvare almeno la paziente», la conclusione dei magistrati.