Ghedi, onlus affitta alloggi e ci piazza i profughi

La diatriba tra l'associazione e il proprietario dopo le lamentele dei condomini

Discussioni tra  i condomini dello stabile dove alloggiano i profughi

Discussioni tra i condomini dello stabile dove alloggiano i profughi

Ghedi, 30 aprile 2017 - Giallo dell’accoglienza a Ghedi, dove ieri mattina ha raggiunto il culmine una vicenda dai contorni assai intricati. Una storia che, con tutta probabilità, proseguirà il suo percorso nelle aule dei tribunali e che ha preso avvio alcune settimane fa con la richiesta di affittare un appartamento avanzata dall’avvocato della cooperativa sociale Emergency Transport Pobic onlus, con sede a Bozzolo in provincia di Mantova. Tale proposta, attraverso la mediazione dell’agenzia “Non solo affitto” di Ghedi, è giunta sino a Damiano Dendena, proprietario di una palazzina in via Nazario Sauro 2, in pieno centro a Ghedi, proprio di fronte alla caserma dei carabinieri.

In seguito i contratti di affitto sono diventati tre, ma dall’inizio di aprile il proprietario dell’immobile ha scoperto che due dei suoi locali venivano utilizzati per accogliere una decina di profughi appena sbarcati in Italia. Una scoperta che, unita alle lamentele degli inquilini, ha fatto scattare la reazione dello stesso Dendena, che ha cambiato la serratura del terzo appartamento non ancora utilizzato dalla Onlus e ha chiesto, tramite il suo legale, la risoluzione dei tre contratti. Sul fronte opposto, invece, i rappresentanti della Onlus hanno chiamato i vigili del fuoco per abbattere la porta dell’appartamento che conteneva loro oggetti personali. Un’iniziativa che, dopo infinite discussioni, è rientrata, lasciando però le due parti ben distanti: «La cosa che più indispettisce - è la tesi del proprietario - è il comportamento truffaldino che è stato adottato dall’avvocato che rappresenta la Onlus. Per tutto il tempo ha trattato parlando della necessità per la cooperativa, che si occupa del trasporto dei disabili, di trovare un appartamento prima per i suoi dirigenti, poi per la sua segretaria e infine per i dipendenti e i collaboratori della stessa. Adesso vengo a scoprire che nei miei due appartamenti ci sono dieci profughi che stanno creando non pochi disagi agli altri inquilini e che violano gli specifici accordi contrattuali».

Di diverso parere Paolo Novellini, avvocato che rappresenta la cooperativa sociale: «Da sempre la onlus si occupa di trasporto dei disabili e di accoglienza dei profughi: ospitando una decina di giovani donne con i loro bambini, approdati in Sicilia pochi giorni fa, non facciamo altro che svolgere il nostro lavoro. L’Ast ha visitato i locali e ci ha dato i suoi permessi. Se noi ospitiamo profughi invece di altri tipi di persone che male facciamo? In ogni caso, se la cosa crea tutti questi problemi, non appena troveremo un’altra sistemazione, vedremo di spostare i nostri ospiti, dovete darci un po’ di tempo per trovare una soluzione...». Tempo che però il proprietario non è disposto a concedere.