Una bancarotta "di plastica", scoperta frode da 3,5 milioni di euro

Denunciate sei persone. Ricostruito il «giro» fra il Bresciano e l’estero con la formula dell’acquisto simulato

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Brescia, 27 settembre 2016 - Hanno simulato la vendita di materiale plastico per svuotare la società di ogni bene, a danno dei creditori. Una bancarotta fraudolenta da 3,5 milioni di euro quella scoperta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brescia, che, dopo aver eseguito perquisizioni domiciliari e bancarie, hanno concluso le indagini nei confronti di 6 soggetti responsabili di reati fallimentari. L’attività investigativa era iniziata a gennaio 2016, dopo approfondimenti in merito al fallimento di una società bresciana che operava nel settore dell’import/export di materiale plastico. L’operazione denominata «Plastic Bag», ha visto il coinvolgimento di otto soggetti, di cui sei sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.

La Guardia di Finanza è riuscita a venire a capo delle responsabilità, ricostruendo tutto il giro messo in piedi tra Italia ed estero, attraverso l’analisi della documentazione contabile della società e con accertamenti e sopralluoghi nei luoghi adibiti a deposito di merce. Gli amministratori della società fallita, con la connivenza anche dei responsabili di due società di spedizioni della Valle Camonica (una delle quali successivamente dichiarata fallita) hanno prima acquistato ingenti quantitativi di granuli per materie plastiche per poi simularne la vendita.

Tra i destinatari finali sono risultate due società estere: una con sede in Repubblica Ceca (rappresentata da uno svedese) e una in Inghilterra (rappresentata da un bresciano). Queste società dopo aver ricevuto la merce, non hanno pagato nulla. In pratica, tutto il materiale plastico ottenuto dai fornitori è stato ceduto «in nero» a destinatari sconosciuti.

Questo "meccanismo fraudolento e distrattivo", ha così consentito di svuotare di risorse economiche e patrimoniali la società oggetto di accertamento: a pagare il conto maggiore i creditori. L’intera indagine, condotta sotto la costante direzione della locale Procura della Repubblica, ha permesso di ricostruire distrazioni patrimoniali per 3,5 milioni di euro. Sono state, inoltre, evidenziate responsabilità penali per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale aggravata nei confronti dell’amministratore di diritto e di fatto della società fallita e delle altre persone che hanno rappresentato e gestito le imprese che si sono inserite nel sistema fraudolento.