"Non ha fornito l’allucinogeno che ha causato morte di Ema"

L’Appello riduce da 5 anni a 2 la pena per Berardinelli

Emanuele Ghidini

Emanuele Ghidini

Brescia, 5 novembre 2016 - Si è chiuso con una sensibile riduzione di pena il processo di appello nei confronti di Marco Berardinelli, il 22enne della Valtenesi condannato in primo grado a 5 anni e 3 mesi per la morte di Emanuele Ghidini il ragazzo di 16 anni che nel novembre del 2013 stordito allucinogeno assunto in una festa si gettò nel fiume Chiese morendo annegato. Al termine del processo celebrato ieri Berardinelli è stato condannato a due anni e un mese e si è visto sensibilmente ridurre anche la pena pecuniaria che gli era stata inflitta nel corso del processo di primo grado.

I giudici del secondo grado lo hanno assolto dall’accusa di omicidio colposo e hanno inoltre ridotto la pena per alcuni episodi di spaccio di stupefacenti avvenuti prima e durante la festa al termine della quale Ghidini si tolse la vita. Per la Corte d’Appello non fu Berardinelli a fornire il francobollo imbevuto di allucinogeno che sconvolse la mente del sedicenne Ghidini. La Procura generale aveva chiesto che la condanna di primo grado venisse confermata, la difesa che Berardinelli venisse assolto quanto meno dall’accusa più pesante, quella di omicidio colposo.

La corte riformando in parte la sentenza emessa dal giudice Anna Di Martino ha quindi accolto il ricorso del legale di Marco Berardinelli, l’avvocato Lorena Mezzana. «Siamo ovviamente soddisfatti – spiega il legale di Berardinelli che ieri era presente in aula, ma al momento della lettura del dispositivo ha preferito lasciare il palazzo di Giustizia – Berardinelli non ha ceduto l’allucinogeno e questo dai giudici è stato finalmente riconosciuto».

Se per Marco Berardinelli, qualora la Procura generale decidesse di non impugnare la sentenza, la vicenda processuale potrebbe volgere alla conclusione è invece ancora tutta da scrivere quella relativa al suo coetaneo che nei giorni scorsi è stato iscritto nel registro degli indagati per la morte di Ghidini. Per il pm avrebbe non solo partecipato all’acquisto dello stupefacente, marijuana e allucinogeni, utilizzato nel corso della festa ma lo avrebbe anche venduto. Così almeno hanno raccontato in primo grado chi a quella festa ha partecipato. Le ipotesi di reato nei confronti del ragazzo vanno dalla detenzione di stupefacente all’omicidio colposo. Nei prossimi giorni il ragazzo potrebbe decidere di farsi ascoltare dal pm Isabella Samek Lodovici per raccontare la sua verità.